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Disney+ arriva il 24 marzo in Svizzera
di Luca Fontana
Disney+ è finalmente disponibile anche in Svizzera. È ora di trarre una prima conclusione sulla «massima priorità della Disney», cioè prendere in mano le redini dello streaming.
Riesco a malapena a togliermi il sorriso dalla faccia. La visiera priva di espressione ma iconica di un Mandaloriano mi fissa. È il personaggio dell’omonima serie «The Mandalorian» su Disney+. E lassù, nel menu principale Disney+, nella casella che mostra le serie o i film più visti o aggiunti di recente, la visiera si adatta perfettamente.
Il sorriso è ancora lì quando noto le cinque mini caselle sottostanti. Sono proprio queste piccole caselle che fanno la differenza. Si tratta dei simboli dei marchi Disney, il più grande capitale dello streaming Disney:
Disney, Pixar, Marvel, Star Wars e National Geographic.
All'improvviso, affiorano ricordi nostalgici. Ricordi di me bambino che trascorre ore con serie come «Darkwing Duck», «Ducktales – Avventure di paperi» o «Gargoyles – Il risveglio degli eroi». Oppure i ricordi di me più giovane di 12 anni che vede «Iron Man» per la prima volta e scrive la sua primissima vera recensione di un film – o almeno ci prova. Oh sì, Internet non dimentica mai. E poi c'è «Star Wars», il film che ha scatenato il mio amore per il cinema e la musica cinematografica quando avevo circa sette o otto anni.
Difficile non immergersi in questi sentimenti nostalgici.
E la Disney conta proprio su questo. Ecco cosa significa sottoscrivere l'abbonamento all’attuale «massima priorità» Disney:
un biglietto di ritorno alla propria infanzia e il riaffiorare di ricordi nostalgici.
C'era una volta un uomo di nome Walt Disney. Con un capitale iniziale di 250 dollari ha fondato la sua prima società nei primi anni '20 a Kansas City e ha creato i suoi primi personaggi dei cartoni animati. Tre anni dopo, lui e suo fratello si trasferiscono a Hollywood, dove fondano la Walt Disney Company. Cinque anni dopo, nel 1928, nasce «Mickey Mouse» («Topolino»), e Walt Disney diventa il più famoso animatore di cartoni animati e produttore cinematografico del mondo.
Circa 90 anni, oltre 400 film e più di 60 Oscar dopo, la Disney è al 70° posto nella lista di Forbes delle 2000 maggiori aziende del mondo. Quindi il passo successivo: unirsi alla lotta tra servizi di streaming – con Disney+. Solo recentemente l'ex direttore generale Disney Bob Iger ha definito il progetto «la massima priorità della Disney».
Tutti i classici prodotti dalla Walt Disney Corp. e conservati nel suo bunker, il Disney Vault, sono disponibili sul servizio di streaming. Inoltre, ci sono tutti i contenuti dei marchi Disney Pixar, Marvel, Star Wars e National Geographic.
Almeno in teoria. Secondo il comunicato stampa, il servizio comprende 500 film e 350 serie. A ciò si aggiungono le produzioni esclusive interne prodotte solo per Disney+: i Disney Original o originali Disney. Non ho contato. Ma i commenti della Community, che scrive così diligentemente, suggeriscono che manca un bel po' di contenuto. Soprattutto nei paesi di lingua tedesca.
Ad esempio, c’è la serie «Ecco Pippo!», ma non il film «In viaggio con Pippo». «Avengers: Endgame» non arriverà prima di settembre. Di «Agents of S.H.I.E.L.D.» sono disponibili solo le prime tre stagioni. I film «X-Men» della 20th Century Fox, acquistati nel 2019, sono tutti disponibili, tranne «Logan» e «Dark Phoenix». «Onward – Oltre la magia», acclamato dalla critica, ma deludente al botteghino, è disponibile negli USA, ma non in Europa. Eccetera eccetera...
Tuttavia, il «back catalog», ovvero la biblioteca di produzioni esclusive interne, è forse la più interessante sul mercato dello streaming. Soprattutto con marchi hollywoodiani forti come Marvel e Star Wars. A questo si aggiungono la possibilità di creare fino a sette profili per ogni account e lo streaming su un massimo di quattro dispositivi contemporaneamente.
Disney riproduce semplicemente il contenuto nella migliore versione possibile supportata dal dispositivo. In altre parole: risoluzione UHD, formato HDR10 e, se il dispositivo lo supporta, Dolby Vision. Quest'ultimo vale particolarmente per le produzioni della Disney, non tanto per vecchie serie come «Doug» o classici come «Lilli e il vagabondo».
E tutto questo per 9.90 franchi al mese o 99 franchi all'anno. Una vera e propria dichiarazione di guerra; l'equivalente Netflix costa 21.90 franchi al mese.
Il design ricorda Netflix e Amazon Prime: caselle su sfondo scuro, e ogni colonna rappresenta una categoria. Compresi suggerimenti, blockbuster e molto altro. I contenuti Disney Original hanno il logo Disney nell'angolo in basso a destra dell’icona – simile alla «N» rossa di Netflix o al logo della mela su AppleTV+.
Un clic sulla casella porta ad una panoramica del contenuto, dove trovi un breve riassunto dei contenuti, degli episodi disponibili, delle stagioni, della qualità dell’immagine e del suono. Ci sono anche gli Extra: da making-of e scene tagliate a blooper e trailer. Ovvero, quello che c'è anche nel materiale bonus su Blu-ray o DVD. È fantastico per i nerd come me. Non ricordo di aver visto niente del genere neanche su Netflix o AppleTV+. E un clic sul logo + aggiunge il contenuto alla watchlist.
Poi ci sono le suddette mini caselle per ogni marchio Disney: un click sul logo Pixar ti porta a tutti i film Pixar disponibili, un click sul logo Star Wars ai film di Star Wars, compresi spin-off, serie e cartoni animati. E così via. Ogni panoramica è stata progettata per adattarsi ad ogni franchising.
Ottimo.
Belle anche le colonne aggiuntive in basso «Film» e «Serie». Ad esempio, la colonna «Darth Vader Collection» elenca tutti i contenuti in cui appare Darth Vader, che si tratti di un film, di una serie o di un cartone animato.
In alternativa, puoi anche sfogliare la gigantesca biblioteca attraverso il menu principale. Ci sono «Watchlist», «Film», «Serie» e una pagina dedicata a «Disney Original». Più o meno nello stesso modo in cui è organizzato Netflix.
Nel complesso, l'app appare chiara e ordinata, indipendentemente dal fatto che sia gestita tramite smart TV, smartphone, desktop o tablet.
Per quanto attraente sia il catalogo «vintage» della Disney, la sua offerta di originali è scarsa. Non solo in termini di volume. La maggior parte degli originali Disney sono mediocri o al massimo carini. Una cosa che conosco già da Netflix. È pericoloso per entrambi i servizi di streaming: diversi studi come questo dimostrano che l'attrattiva delle produzioni interne è decisiva per attirare nuovi abbonati o mantenere quelli esistenti.
L'ho descritto in dettaglio in questo articolo:
In sintesi, gli originali mediocri fanno più male a Disney+ rispetto alla concorrenza. Dopotutto, Netflix e Prime possono contare sulla diversità. Quindi, secondo il motto: non importa cosa cerchi, trovi sicuramente qualcosa adatto a te. Thriller su produttori di banconote. Drammi di educazione sessuale. Epopee di mafia. Cartoni animati strazianti. La lista è infinita. Disney+, invece, conosce solo l'intrattenimento per famiglie. Se vuole affermarsi a lungo termine, non c'è spazio per la mediocrità. La concorrenza è semplicemente troppo forte e troppo numerosa.
Poche eccezioni alla mediocrità. «Togo – Una grande amicizia» ad esempio, un grande film basato su fatti reali: quando nel 1925 scoppia la difterite a Nome, una piccola città dell'Alaska occidentale, l'antidoto che attende ad Anchorage deve essere trasportato fino a Nome. Non ci sono strade tra Anchorage e Nome, che distano 1600 chilometri l'una dall'altra. A Togo, l’ormai dodicenne cane da slitta del musher Leonard Seppala (Willem Dafoe), aspetta l’impresa più ardua.
La corsa a staffetta, che passa alla storia con il nome di corsa del siero, la conosce ogni bambino americano.
Oppure «The Imagineering Story», uno dei migliori documentari sulla Disney, che mette sotto i riflettori gli artisti e gli ingegneri che sono responsabili di tutti i robot, le attrazioni e i fondali che si possono vedere nei film e nei parchi a tema.
Anche «The World According to Jeff Goldblum» è ottimo, perché è una serie di mero info-tainment, ma che sprizza fascino Goldblum da tutti i pori.
E naturalmente: «The Mandalorian», il cavallo di battaglia di Disney+. Una storia ambientata nell’universo «Star Wars». Raramente ho visto una serie così ben fatta. Ad eccezione di «Game of Thrones» di HBO, la cui realizzazione è un'eccezione in tutto il panorama televisivo.
«Togo – Una grande amicizia» e «The Imagineering Story» non sono stati un successo mediatico. Solo «The Mandalorian» lo è stato. E fino al prossimo, altrettanto atteso, spettacolo Disney+, dobbiamo aspettare fino ad agosto 2020, quando è prevista l’uscita della serie Marvel «The Falcon and The Winter Soldier». Puoi riempire il periodo di attesa di quattro mesi con i classici che hai già visto. Almeno all'inizio. Ma tra un anno o due, la Disney dovrà offrire di più per far contenti gli abbonati.
La Disney ha preso di mira i nostri ricordi d'infanzia con il suo enorme catalogo «vintage». Come R2-D2 a Luke Skywalker in «Gli ultimi Jedi», quando il droide interpreta il famoso messaggio di una principessa in difficoltà che un tempo spingeva il giovane Luke a fare il primo passo verso un mondo più grande. Ora, il ricordo di giorni passati lo porterà ad addestrare una nuova generazione di Jedi.
«That was a cheap move», dice il Maestro Jedi, diventato vecchio e scontroso, al suo amico, si alza e inizia l'addestramento Jedi di Rey.
Il trucco della Disney è altrettanto economico – e altrettanto efficace. Glielo concedo, sapendo che la casa di Topolino soddisfa soprattutto un bisogno nostalgico. Niente di più, niente di meno. Va bene così per me. Specialmente a questo prezzo.
Ma sono convinto che la Disney debba fornire più contenuti – e anche migliori – prodotti appositamente per il servizio di streaming. Perché non nego che l’efficacia del richiamare ricordi nostalgici. Solo che non durerebbe molto molto a lungo.
La mia zona di comfort consiste in avventure nella natura e sport che mi spingono al limite. Per compensare mi godo anche momenti tranquilli leggendo un libro su intrighi pericolosi e oscuri assassinii di re. Sono un appassionato di colonne sonore dei film e ciò si sposa perfettamente con la mia passione per il cinema. Una cosa che voglio dire da sempre: «Io sono Groot».