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Huawei vs. USA: Trump estende il suo divieto contro Huawei
di Dominik Bärlocher
«Fotografia visionaria»: secondo Huawei, il P40 Pro scatta foto migliori rispetto a qualsiasi macchina fotografica. Ed è vero. Huawei però si «dimentica» di parlare della qualità video, che non è altrettanto eccezionale. E del problemino con Google. Telefono dell'anno? In teoria, sì. In pratica, no.
Al momento, il Huawei P40 Pro è il mio telefono preferito. Veloce, ultra-maneggevole, comodo in mano. Per non parlare del display: spettacolare. E poi c'è la fotocamera. Wow.
Peccato per la storia del software. Huawei ha a che fare con un avversario che ha un vantaggio decennale nello sviluppo e nella distribuzione di software. Perché, anche se il P40 Pro funziona su Android di Google, non può funzionare con Google. Niente Play Store, niente Play Services. Insomma, poco utile per la vita di tutti i giorni.
Ma Huawei non molla. Al contrario, lavora senza sosta e potrebbe persino riuscire a mettere Google in difficoltà. Forse. Per aiutarti a capire il mercato in cui Huawei ha lanciato il P40 Pro, ti mostro una breve panoramica. Se non ti interessa, vai direttamente a «Andiamo al sodo: il P40 Pro».
In teoria, vorrei consigliare il P40 Pro a tutti. Nella pratica, lo consiglio solo a chi ha voglia di smanettarci. Questo telefono fa per te se ti piace mettere le mani nel codice o se ti interessa imparare, perché varrebbe la pena di farlo. Il P40 Pro sarebbe il telefono dell'anno se non fosse per il problema con Google e per il fatto che Huawei ha ancora un asso nella manica. O due.
Da maggio 2019, Google non può più lavorare con Huawei. La decisione arriva da Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti, che sospetta ci sia sotto dello spionaggio. Non l’ha ancora provato al pubblico mondiale, ma è sicuro al 100% che Huawei stia tramando qualcosa. Di recente, ha prorogato il divieto di commercio per un altro anno.
Huawei può continuare a utilizzare Android, ma dietro le quinte sta lavorando a un sistema operativo proprietario, l’«Hong Meng OS», conosciuto a livello internazionale come Harmony OS. Questo perché Google ha inventato Android come sistema operativo open source gratuito. In teoria, chiunque può scaricare Android gratuitamente e poi crearsi la sua versione in autonomia. Per farti un esempio, persino Miklagard (un nostro assiduo lettore che si diverte con il codice Android) teoricamente potrebbe crearsi il suo «MiklagardOS».
È chiaro che l’azienda cinese stia lavorando a qualcosa di completamente nuovo, perché non ha più voglia di essere strumentalizzata come una pedina politica. L’obiettivo principale di Huawei è quello di far soldi vendendo telefoni e altri dispositivi elettronici.
Poiché Google ha praticamente creato un monopolio con i Google Services, nonostante il suo sistema operativo open source, il divieto di cooperazione con il colosso statunitense mette Huawei in una posizione pericolosa. Il problema è che tutti gli utenti Android sono abituati al Play Store, e tutti i programmatori di app utilizzano le interfacce di programma (API) che Google mette a disposizione come Google Services. E ora non ci sono più.
Huawei deve ora creare le sue API, quindi chiedere ai creatori di applicazioni di supportarle. Ed è qui che il vantaggio decennale di Google è quasi impossibile da battere.
Ma ora basta con la politica e l’economia. Passiamo al telefono.
Visto che quest’anno il telefono che ho usato di più è stato il P30 Pro, passare all'Huawei P40 Pro per me è stato logico. Premessa: il P30 Pro è il primo smartphone con cui mi sono trovato così bene che non ho mai sentito la necessità di fare l’upgrade a un modello nuovo e potenziato.
E questo è anche il motivo per cui mi sento di criticare il P40 Pro così duramente. Ho ricevuto il telefono in Silver Frost. Il nero sarà anche un bestseller ma, con Huawei, le tonalità e le sfumature fantasiose di solito sono più belle. Un attimo: in realtà, qualsiasi altro colore è bello. iPhone verde? Fantastico. Il pannello posteriore grigio e ruvido dell'Oppo Find X2 Pro? Pure. Nelle foto, il Silver Frost sul P40 Pro è abbastanza bruttino. Questo perché la superficie ha bisogno di riflettere della luce per mostrare com’è realmente. Brilla tra il bianco e l'azzurro in quasi tutte le sfumature di grigio e blu. Voglio dire, guarda qui l'immagine ufficiale del prodotto:
E ora confrontala con la foto del dispositivo:
Perciò, prima di pensare «Bleah, versione nera tutta la vita!», guarda un po’ com’è il Silver Frost nella realtà.
Huawei fa affermazioni stravaganti per fare pubblicità al display del P40 Pro. Gli spot parlano di «Quad Flow Edge To Edge» o qualcosa del genere, che fondamentalmente significa che lo schermo non solo è piegato a sinistra e a destra sui bordi, ma anche sopra e sotto.
Mentre lo uso non me ne accorgo più di tanto, ma il design con gli angoli curvati è davvero particolare. Secondo Huawei, gli angoli così progettati dovrebbero proteggere il telefono da eventuali urti. Sarà anche vero, ma fatico a crederci. Se lo confronto con il Cat S61, che è stato davvero progettato per resistere agli impatti, mi sembra abbastanza chiaro che curvare lo schermo in qualsiasi punto non rende un telefono antiurto. Visivamente, però, gli angoli creano un look interessante.
Davanti c’è il display, quasi senza bordi. Nell'angolo in alto a sinistra un foro piuttosto largo nello schermo, che così rende l'area per le notifiche un po' stretta. Per me, troppo. Se quando lo usi ti dà fastidio, puoi nascondere le icone di stato con il trucco che ti svelo nell’articolo qui sotto. Lì parlo di notch, ma il principio è lo stesso. E perché c'è un buco? Perché è bello? A cosa serve quel paio di pixel intorno al foro della fotocamera?
Dal punto di vista del software, il P40 Pro gira su Android e non è dotato dei Google Services. In realtà puoi aggirare le restrizioni e installarli in un secondo momento, ma a giudicare dai messaggi nella mia casella di posta sembra che qualcuno ci riesca, qualcuno no e qualcun altro prima no e poi sì. Personalmente, non riesco a capire da cosa dipenda, cosa lo faccia funzionare o meno. Se anche tu mi hai scritto, sappi che ci sto lavorando, ma per ora non ho nemmeno una risposta concreta da darti. Mi dispiace.
Questo è il momento in cui ti devo dire che il P40 Pro così è abbastanza inutile per la vita di tutti i giorni. Perché, se vuoi uno smartphone su cui fare affidamento in qualsiasi momento, il P40 Pro non fa per te. Certo, puoi installare (quasi) tutti i Google Services, ma il processo è laborioso e a volte non funzionano.
Sebbene Huawei stia lavorando alla sua AppGallery, nella vita quotidiana tipica di un cittadino svizzero è ancora lontana dal poter sostituire il Google Play Store. Certo, il sistema sta facendo progressi. Google ha sicuramente spianato la strada. Tra due anni, forse uno, AppGallery potrebbe essere in grado di competere con il Play Store. Al momento, però, è patetica. Il P60 sarà sicuramente uno sviluppo interessante.
Allora perché sprecare anche un solo minuto per valutare se vale la pena di avere un telefono su cui non puoi usare Google? Perché dovresti accontentarti di AppGallery? Semplice: la fotocamera. È qualcosa di eccezionale. Non c’è paragone con la concorrenza, né per il video né per le foto, che sono di una qualità spettacolare.
Profondità, dettagli, riflessi... non mi capita spesso di rimanere così impressionato dalla fotocamera di uno smartphone. Anzi, non mi era mai capitato. Anche se non utilizzo il P40 Pro come telefono principale, ce l’ho sempre nello zaino o nella tasca della mia giacca da moto, pronto a tirarlo fuori se voglio scattare una foto o fare un video. Semplicemente imbattibile.
La cosa bella è che a volte vedi il modo in cui la fotocamera elabora la foto e dove aggiunge artificialmente la profondità di campo all'immagine.
Se guardi bene, ti accorgi che il P40 Pro non si limita a fare uno scatto, ma utilizza la tecnologia per aggiungere profondità di campo. Lo capisci dal fatto che si vede una linea in cui l'immagine nitida diventa sfocata in corrispondenza del poggiapiedi piegato. La linea è innaturalmente storta. Il software ha cercato una linea logica, quindi il poggiapiedi, e poi ci ha messo sopra un filtro sfocato. Lo smartphone capisce che lì viene superata una certa distanza e una fotocamera normalmente applicherebbe la profondità di campo. Poi pensa: «Questo elemento è sicuramente importante per chi guarderà la foto» e regola la nitidezza. La fotocamera non ha visto le viti nella parte inferiore del poggiapiedi per via delle condizioni di luce, quindi ha fatto del suo meglio per mostrarle.
Se faccio lo zoom, vedi bene l'area a cui mi riferisco. Sì, ho scattato questa foto apposta per provocare una linea innaturale. Di solito non è visibile così chiaramente. Ma se sai che c'è, ti ci cade l’occhio.
La modalità notturna invece non mi piace. Le foto scattate di notte sembrano troppo artificiali, ma la tecnologia che c'è dietro è affascinante. La fotocamera vede parecchi dettagli e ottimizza molto bene l'immagine. Ma il cielo notturno, alle nostre latitudini, non è mai così azzurro all’occhio umano.
Moltissimi smartphone scattano foto di buona qualità, ma l’obiettivo del P40 Pro è imbattibile. Huawei ha lanciato la sua fotocamera con il P30 Pro e poi l’ha migliorata con il P40 Pro. Per prima cosa, nel momento in cui scrivo questo articolo e cioè maggio 2020, gli obiettivi Leica sono decisamente migliori rispetto alla concorrenza, ma anche il software che li fa girare ottimizza le immagini in modo eccezionale: è persino in grado di eliminare il tuo riflesso se ti fai la foto nella vetrina di un negozio!
Il software, o meglio l'interfaccia utente, merita di essere criticato. L'hitbox per la regolazione dello zoom o dell'apertura è ancora troppo piccolo. Regolare lo zoom così al volo non è facile. A volte non funziona affatto e rovina completamente una registrazione.
Huawei dovrebbe prendere esempio da Apple. Sull’iPhone, l'hitbox è di una dimensione decente e il cursore dello zoom diventa ancora più grande quando lo usi, quindi è facile fare piccoli aggiustamenti mentre giri.
L’ideale sarebbe che entrambi i produttori imparassero di più l'uno dall'altro. Sarebbe fantastico se anche il P40 Pro avesse il mirino che appare sui dispositivi Apple quando vuoi scattare una foto dall’alto, e che l’iPhone 11 Pro Max fosse dotato della bolla del P40 Pro. Huwaei, Apple... a buon intenditore, poche parole.
Di questi tempi, la qualità video è altrettanto importante. Quest’anno i produttori di smartphone si stanno impegnando molto per dotare i loro dispositivi di fotocamere che siano in grado di girare ottimi video. L'ultimo grande ostacolo sembra essere stato superato: i modelli di punta attuali possono registrare a una risoluzione di 3840×2160 pixel con un frame rate di 60 fotogrammi al secondo – ossia 4K/60fps – senza limiti di tempo. O, almeno, fino a quando la memoria è piena.
Ma c’è anche un altro limite di tempo. A seconda della temperatura ambiente, il P40 Pro si surriscalda più o meno in fretta e smette di registrare. A temperatura ambiente, questo accade dopo circa 30 minuti. Se hai bisogno di girare per mezz'ora alla volta e la fotocamera si surriscalda, infila il telefono in un sacchetto apposito e mettilo nel freezer per qualche minuto. Si raffredderà velocemente. Quando lo tiri fuori, ignora l’avviso: «Il flash non funziona, telefono troppo freddo», perché ci metterà poco a scaldarsi di nuovo.
Huawei si vanta della stabilizzazione dell'immagine del P40 Pro. Dovrebbe persino bilanciare i passi se stai correndo. E funziona a meraviglia. Fino a un certo punto, il gimbal praticamente non serve. Ne hai bisogno solo se fai movimenti definiti e insoliti, per cui la stabilizzazione nativa del P40 Pro non sarà sufficiente.
Quando corri, la fotocamera fa due movimenti: dolly e boom/jib. Forse c'è anche un po' di tilt, a seconda del movimento e del montaggio della fotocamera. La fotocamera stabilizza il boom/jib molto bene, creando un'inquadratura pulita del dolly. Il tilt è un po' più difficile, ma il software della fotocamera è in grado di gestire anche questo.
Decido di fare uno stress test e aumento drasticamente la velocità. Prendo del nastro adesivo, mi appiccico il telefono al petto, salto in moto e risalgo la collina verso Zurigo. Tecnicamente è lo stesso scatto: dolly + boom/jib e un po’ di tilt.
Il telefono ora deve sforzarsi molto di più e mettere molta più potenza di elaborazione nella fotocamera rispetto a quando corro. Ecco perché il P40 Pro si surriscalda nonostante il vento. La stabilizzazione funziona. Se guardi il video qui sopra, vedi che la strada non si muove, ma il manubrio della moto sì. Ed è proprio questa la funzione di cui Huawei è così orgogliosa. Per quanto ne so, funziona così: la fotocamera registra un'area ampia, molto più ampia di 1920×1080. O comunque con bordo «generoso». Poi il software cerca dei punti di riferimento. Forse un orizzonte, una linea centrale o il ciglio della strada. Insomma, qualcosa che offra una linea stabile all'occhio di chi guarda. Poi scansiona il video e determina dove si trovano questi punti di riferimento, ritagliando l’immagine in modo che, se possibile, rimanga ancorata a essi.
Le prestazioni tecnologiche di questo sistema sono piuttosto interessanti. A che velocità deve lavorare un software per funzionare così bene a 4K60fps?
Se hai guardato i video qui sopra con l’audio, avrai notato che il rumore del motore a volte è più forte, a volte meno. Proprio come il vento, che a volte soffia più forte, a volte meno. Questo è dovuto al grande difetto della fotocamera di uno smartphone: il suono.
Esatto. Si fanno tante chiacchiere, promesse e campagne di marketing sull'immagine sensazionale della macchina fotografica... ma l’audio rimane sempre di pessima qualità. Per quanto possa essere grandiosa la fotocamera di uno smartphone, il suo microfono fa pena. In genere gli smartphone sono dotati di un microfono, forse due se c'è abbastanza spazio, ma sono troppo piccoli per riprodurre un audio di buona qualità. Captano troppo rumore ambientale, non hanno un filtro pop per proteggere dal vento e dal rumore del telefono.
I produttori terzi se ne sono resi conto e hanno lanciato microfoni compatibili sia con l'iPhone che con alcuni dispositivi Android. Ma non tutti i microfoni con USB-C funzionano bene. Un primo, breve test al CES di Las Vegas ha dimostrato che Shure è probabilmente in testa alla classifica. Lo Shure MV88+ rende bene, almeno con il P30 Pro.
Lo proverò sul P40 Pro quando se ne presenterà l'occasione. Finché non riuscirà a trovare una soluzione ragionevole da integrare nello smartphone stesso, Huawei cercherà di risolvere il problema con l'intelligenza artificiale. L’IA della fotocamera calcola il rumore di fondo e cerca di filtrarlo il più possibile,
ma lascia abbastanza a desiderare.
A volte sente e registra il motore della moto, altre no. Ogni volta che schiaccio sull'acceleratore o rallento, il motore fa un rumore diverso; l'IA deve capire se il suono del mio V-Twin è importante o se è solo rumore di sottofondo. Nella seconda parte del video, dopo che ho sorpassato l’autopostale, non spingo o rilascio l'acceleratore né cambio marcia. Il rumore del motore rimane costante. Si sente abbastanza bene nel video seguente, perché lì sto seguendo un autopostale che mi costringe a fare dei cambi di velocità erratici.
Per quanto affascinante possa essere dal punto di vista tecnologico, è inutile nella pratica. Sospetto che tutta la storia dell'IA qui sia ancora all'inizio dello sviluppo e che in futuro verrà migliorata. In ogni caso, la qualità del video è così buona che presto sarà in grado di sostituire le fotocamere prosumer. Con le immagini ci siamo, è il suono che non va.
A me, il Huawei P40 Pro piace. Ti dirò di più, mi piace parecchio. Il software foto è fantastico. La qualità delle foto e video è eccezionale, e la fotocamera si aggiudica il titolo di miglior fotocamera da smartphone del momento. Potrebbe anche essere un motivo sufficiente per vivere senza Google Services o smanettare un po’ per installarli in un secondo momento.
Se invece vuoi un telefono da utilizzare tutti i giorni, che funzioni a meraviglia appena tolto dalla scatola, allora il P40 Pro purtroppo non fa per te. In questo caso, ti consiglio l'Oppo Find X2 Pro o l'iPhone 11.
La fotocamera è pazzesca, anche se l'interfaccia utente ha bisogno di essere migliorata e l'IA per l’audio nei video non è perfetta. In sostanza, Huawei mantiene le sue promesse sulla qualità dell’immagine.
Per ora, è tutto. Huawei però ha in programma di lanciare un altro smartphone di punta quest’anno: il P40 Pro+. La fotocamera dovrebbe essere ancora migliore. Lo scopriremo presto.
Giornalista. Autore. Hacker. Sono un contastorie e mi piace scovare segreti, tabù, limiti e documentare il mondo, scrivendo nero su bianco. Non perché sappia farlo, ma perché non so fare altro.