Retroscena

Azione! Sylvester Stallone: dai film erotici a «Rocky»

Luca Fontana
29.11.2018
Traduzione: Leandra Amato

«Rocky» ha 40 anni ed è uno dei film sportivi più belli di tutti i tempi. Dietro a quest’opera vi è un uomo la cui storia merita un adattamento cinematografico tutto suo: Sylvester Stallone.

«Rocky» è uscito nelle sale cinematografiche nel 1976. Una storia di coraggio, volontà e convinzione di poter raggiungere tutto. La storia di un povero perdente in cui nessuno crede. Tuttavia, Rocky combatte, non si arrende e vince.

«Rocky» riflette la storia di Sylvester Stallone. Infatti, la vita della superstar odierna era tutt’altro che facile nel 1976. Stallone inizia dai bassifondi, sul punto di arrendersi e sull'orlo della criminalità, e raggiunge la vetta del mondo.

Questa è la sua storia.

Il giovane

Sylvester Gardenzio Stallone è nato nel 1946 a New York, da una famiglia italoamericana. Alla nascita si verificano complicazioni che richiedono l'uso di due pinze, le quali danneggiano i nervi. Infatti, la metà inferiore sinistra del volto di Stallone rimane paralizzata. Insegnanti e amici gli sconsigliano una carriera da attore.

Suo padre, barbiere, ha dovuto anglicizzare il nome originario della famiglia «Staglione» per non essere confuso con i membri della malavita di New York. La madre, astrologa, iscrive il piccolo Stallone, che ha i piedi piatti, a una scuola di tip tap all'età di quattro anni. Nel 1995, i suoi genitori si separano.

Sylvester Stallone, anno sconosciuto
Sylvester Stallone, anno sconosciuto

Stallone è cresciuto in un sobborgo di Philadelphia. A causa dei suoi brutti voti scolastici, a 16 anni la madre gli trova un lavoretto estivo nel suo salone di bellezza. Appena maggiorenne, Stallone festeggia i primi successi da giocatore di football e per due anni frequenta l’American College of Switzerland a Leysin (VD). Tornato negli Stati Uniti, si iscrive all’Università di Miami per diventare autore.

Sa scrivere copioni. Ciononostante, Stallone lascia l’università a 24 anni, prima di ricevere la laurea: vuole diventare attore. Questa decisione lo porta quasi alla rovina finanziaria e alla criminalità.

Il povero

Per disperazione e bisogno di soldi, nel 1970 Stallone recita come protagonista nel film erotico «The Party at Kitty and Stud’s». Lì recita nei panni di Stud, tradotto «cavallo da monta». A proposito: il nome della sua partner Kitty può essere tradotto con «gattino». In alcuni paesi, il film viene commercializzato con il titolo «The Italian Stallion» – un nome che Stallone riprende in Rocky.

Il trailer del film erotico esce nel 1970.

Le riprese di «The Party at Kitty and Stud’s» durano due giorni. Il salario di Stallone: 400 dollari. Troppo poco. Qualche settimana prima il suo appartamento era stato sgomberato perché non poteva pagare l'affitto. Vive per più di tre settimane sulla strada, alla fermata del bus delle autorità portuali di New York fino a quando vede un'offerta per un ruolo in un film erotico. Anni dopo, ecco cosa racconta alla rivista Playboy nell’edizione di settembre:

Stavo morendo di fame. Era la fine. La gente fa cose assurde quando ha fame. Per me significava: o questo oppure derubo qualcuno.
Sylvester Stallone, rivista Playboy, settembre 1976

Nel 1972 la sua situazione non migliora. Al contrario: 26 anni, senza soldi, possiede due paia di pantaloni che non vanno bene, scarpe bucate e sogni «irraggiungibili come il sole».

Ma avevo Butkus, il mio cane, il mio migliore amico e confidente che rideva sempre alle mie battute e sopportava il mio umore. L’unico essere vivente che mi amava per quello che ero.
Sylvester Stallone, Instagram, marzo 2017

Poco dopo è costretto a vendere Butkus per soli 50 dollari perché non può permettersi il cibo per cani. Sta davanti a un negozio di alcolici per giorni e giorni, fino a quando qualcuno accetta di comprare il cane.

Sylvester Stallone e Butkus, 1972
Sylvester Stallone e Butkus, 1972

È la fine.

La lotta

Cambio di scena: nel marzo 1975 ha luogo l’incontro per il titolo tra Chuck Wepner e Muhammad Ali. Wepner è un semisconosciuto che può incassare molto. I suoi combattimenti finiscono spesso col volto pieno di sangue. Non ha successo, ma è molto amato per la sua voglia di combattere. È così apprezzato che gli viene promesso un incontro per il titolo di campione dei pesi massimi contro Ali.

Il mondo è sicuro che Wepner non duri nemmeno tre round. Tuttavia, Wepner va per nove settimane in isolamento e si allena. Nel combattimento contro Ali, riesce a tenere testa al mito con grande sorpresa del pubblico: nel nono round colpisce la leggenda dritto alle costole. L’arbitro deve contare per Ali. Il semisconosciuto ha appena colpito il campione del mondo?

Minuto 4:50: il momento in cui Ali subisce un «knockdown» per la terza volta nella sua carriera – contro un semisconosciuto.

Ali si alza quando l'arbitro conta il numero 7. L’incontro continua. Wepner perde nel quindicesimo e ultimo round per K.O. tecnico. Può aver subito un'altra sconfitta, ma lascia il ring a testa alta e con le proprie forze. Wepner diventa una stella e vince l'affetto del pubblico.

Wepner contro Ali
Wepner contro Ali

Stallone siede tra il pubblico del memorabile incontro. Il combattimento lo ispira talmente tanto, da fargli redigere il copione di «Rocky» tre giorni dopo. In sostanza, ha scambiato i nomi Muhammad Ali con Apollo Creed e Chuck Wepner con Rocky Balboa.

L’occhio della tigre

Stallone cerca di vendere il copione agli studi proponendo sé stesso nel ruolo del protagonista. Per il copione gli vengono offerti 125’000 dollari da United Artists, ma con Burt Reynolds o Robert Redford come protagonisti.

Burt Reynolds, 1976
Burt Reynolds, 1976
Robert Redford, 1976
Robert Redford, 1976

Nonostante le preoccupazioni finanziarie, Stallone rifiuta. Vuole essere il protagonista del suo film. Lo studio porta l’offerta a 325’000 dollari. L’italoamericano rimane forte e rifiuta nuovamente.

Lo studio, piano piano, si arrende. Tuttavia, solo a una condizione: Stallone deve accettare una somma di 35’000 dollari come ricompensa. Stallone è d'accordo, ma riesce comunque a negoziare una quota del dieci per cento degli incassi al botteghino.

Finalmente la ruota gira. Per Stallone rimane solo una ferita aperta. Subito dopo la firma del contratto e ancor prima dell'inizio delle riprese, rintraccia lo sconosciuto a cui aveva venduto il suo cane e compra Butkus per 3000 dollari. Infine, il film viene girato con un budget di un milione di dollari in 28 giorni – insieme a Butkus, che "recita" nel film.

Sylvester Stallone e Butkus, 1976
Sylvester Stallone e Butkus, 1976

La leggenda

«Rocky» diventa una pietra miliare nella storia del cinema incassando oltre 225 milioni di dollari. Il film viene nominato a dieci premi Oscar, tra i quali due volte Stallone nelle categorie «Miglior attore» e «Migliore sceneggiatura». «Rocky» vince nelle categorie «Miglior film», «Migliore regia» e «Miglior montaggio». Quasi 40 anni dopo, Stallone è nuovamente nominato all’Oscar come «Miglior attore non protagonista» nel film «Creed». Ovviamente nel ruolo di Rocky Balboa.

Una scena in particolare rimane nella memoria collettiva di tutta la cultura occidentale: Rocky, in tuta grigia, che sale le scale verso il Museum of Art di Philadelphia. In sottofondo, la musica di Bill Contis. Arrivato in cima, allunga i pugni verso il cielo: è il momento clou del suo allenamento. Una statua di Rocky a grandezza naturale è stata costruita per la terza parte della serie cinematografica. Dopo le riprese doveva essere smontata, ma gli abitanti della città hanno voluto tenerla.

Rocky appartiene a Philadelphia. Philadelphia appartiene a Rocky.

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La mia zona di comfort consiste in avventure nella natura e sport che mi spingono al limite. Per compensare mi godo anche momenti tranquilli leggendo un libro su intrighi pericolosi e oscuri assassinii di re. Sono un appassionato di colonne sonore dei film e ciò si sposa perfettamente con la mia passione per il cinema. Una cosa che voglio dire da sempre: «Io sono Groot». 

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