
Un’avventura in Namibia: girare un film nel deserto

Girare un film in Namibia richiede una preparazione accurata e un’attrezzatura ricercata. Muriel e Kevin di Lauschsicht ci mostrano come si sono organizzati per realizzare questo grande progetto.
Nel gennaio 2017, durante il mio terzo tour in moto da enduro per la Namibia, ho incontrato Rainer Kriess. Stava guidando abilmente un piccolo gruppo di motociclisti, fornendo loro interessanti informazioni sul Damaraland, una regione del nord della Namibia. Rainer è nato in Namibia, si è formato come maestro di guida in Germania e quando è rientrato in patria ha iniziato a lavorare come guida turistica. La sua tranquillità avvicina molti ospiti al suo Paese d’origine.
Una sera mi raccontò dei suoi piani di mettersi in proprio per organizzare tour in 4×4 personalizzati. Su Meine Namibia Safaris (in tedesco) troverai maggiori informazioni al riguardo. Presto il sito verrà aggiornato con i nostri filmati e le nostre foto.
Il progetto
Il nostro obiettivo era quello di produrre materiale fotografico e cinematografico che mostrasse come è possibile vivere la Namibia in questo modo. Il pezzo forte è il film. Inoltre, abbiamo prodotto diverse sequenze di interviste e alcune migliaia di foto.
Il pubblico
Il film si rivolge chiaramente a un certo tipo di pubblico. Cioè a tutti gli interessati a un tour personalizzato di questo tipo. Si tratta di persone che vogliono allontanarsi dal classico turismo di massa perché sono attratti da altre dimensioni, quali la distanza, la solitudine e la distesa. Un viaggio con Rainer è molto più di un viaggio da A a B ed è proprio questo che traspare dal film.

Il team
Durante le riprese eravamo presenti sia io – Kevin Blanc, regista e direttore della fotografia – che il produttore di Lauschsicht Muriel Droz. Il mio compito era quello di catturare i momenti con la cinepresa. Ma potevi trovare sia me che Muriel dietro alla macchina fotografica. Il nostro gruppo era composto da otto persone e tre auto. Io e il regista Marius Thut ci siamo poi occupati della post-produzione.

Il tour
In tre settimane abbiamo percorso oltre 4'500 chilometri. Rainer ha organizzato il tour così da portarci nei luoghi più belli. A volte, stando dodici ore per strada riuscivamo a percorrere poco più di 100 chilometri perché il terreno era veramente impegnativo. Il momento clou della guida fuoristrada è stato quando abbiamo attraversato il passo di Van Zyl.

La nostra Production Car
Sono poche le auto, o meglio esiste solo un’auto che funziona in modo affidabile in queste condizioni: la Toyota Land Cruiser. È riuscita a superare frammenti di pietra apparentemente insormontabili e ci ha fatto cavalcare un’interminabile susseguirsi di cunette senza mai abbandonarci. È un veicolo veramente impressionante.

L’attrezzatura
Il nostro obiettivo era quello di avere un’attrezzatura relativamente compatta e abbiamo optato per una fotocamera con un perfetto equilibrio tra dimensioni e qualità d'immagine. Ma eravamo pur sempre belli carichi: insieme ai nostri sette oggetti personali, i nostri bagagli avevano un peso totale di quasi 100 kg.

Panasonic GH5

Abbiamo scelto questa fotocamera perché è in grado di registrare video 4K con una profondità di colore di 10 bit e una velocità di trasmissione dati di 400 Mbit. Non vi è altra fotocamera della stessa dimensione (e fascia di prezzo) in grado di fare lo stesso. Siamo dovuti scendere ad alcuni compromessi, poiché si tratta essenzialmente di una macchina fotografica e non di una videocamera. Ma ci siamo arrangiati a queste condizioni e ne è valsa la pena, perché sia noi che gli spettatori siamo stati ricompensati con immagini impressionanti. La stabilizzazione interna del sensore è davvero incredibile. Tanto che siamo riusciti a scattare manualmente anche immagini con una lunghezza focale di oltre 400 mm.
I piccoli obiettivi Olympus Prime sono importanti per un utilizzo sul Gimbal. Avevamo diversi filtri ND per tutti i nostri obiettivi.
Impostazioni
- V-Log
- Sharpness -5
- 4K, 25p (50p può causare artefatti)

Zhiyun Crane V2
Il Zhiyun Crane V2 ci è stato utile per attenuare i movimenti della fotocamera e per le riprese in movimento effettuate dall’automobile. Si tratta di un Gimbal molto compatto che può essere tenuto con una sola mano – sembra fatto apposta per la GH5. Sia i motori che le possibilità di regolazione, naturalmente, sono un po' al limite in confronto ai Gimbal di grandi dimensioni che usiamo solitamente quando giriamo un film. Tuttavia, siamo riusciti a immortalare riprese perfettamente calme anche quando viaggiavamo su terreni sabbiosi o pietrosi. A proposito, non abbiamo mai dovuto caricare la batteria per tutte e tre le settimane.

Canon EOS 5D Mark IV
Per le foto e le riprese in time-lapse abbiamo utilizzato la nostra Canon 5D Mark IV con i seguenti obiettivi:
Poiché questa fotocamera può registrare anche video 4K, ci è servita anche come backup in caso di problemi con la GH5. Come seconda fotocamera e come backup della 5D avevamo un’Olympus Pen-F che poteva usare gli stessi obiettivi della GH5.


DJI Phantom 4 Pro
Per le riprese aeree abbiamo utilizzato un Phantom 4 Pro+. È stato fondamentale avere un drone così leggero e flessibile. Era inoltre importante poterlo preparare così rapidamente perché avevamo solo poco tempo a disposizione in ogni luogo. I filtri ND di Polar Pro sono in dotazione e noi abbiamo usato regolarmente l’ND32, un filtro grigio che riduce la luce di cinque livelli di apertura, o in altre parole, abbassa i tempi di scatto a 1/32. C’era una luce incredibile.
Impostazioni
Per ottenere la massima qualità d'immagine e grande flessibilità nella post-produzione, è fondamentale usare le impostazioni corrette. I nostri test approfonditi ci hanno portato ai seguenti valori:
- 4K 25p o 30p (sul 4K 50/60 si dimezza la risoluzione verticale)
- Sharpness -2 (l’immagine non risulta nitida solo sul -2)
- Contrasto / Saturazione 0
- D-Log
- Diaframma tra 2.8 e 9 (non meno – altrimenti si abbassa drasticamente il valore di nitidezza)
Queste impostazioni implicano obbligatoriamente una lunga post-elaborazione durante la post-produzione. Tutte le altre risoluzioni comporterebbero una perdita di qualità.

Fatti e cifre
Abbiamo percorso oltre 140 chilometri con il Phantom 4 Pro+ e siamo stati in volo per un totale di dieci ore. Il volo più lungo è stato di quasi dieci chilometri (da un'auto in movimento). La velocità massima è stata di 77,5 chilometri orari.
Siamo stati particolarmente colpiti dalle prestazioni di questo piccolo drone. Lo schermo luminoso del telecomando è ben visibile anche in ambienti molto luminosi. Siamo riusciti a decollare anche in forti condizioni di vento con raffiche violente, riuscendo sempre ad essere in aria in pochi minuti. L'ampio sensore e il bit rate di 100 Mbit regalano una qualità d'immagine sorprendente per un drone così compatto.
Avevamo con noi otto batterie e un caricabatterie aggiuntivo per auto da 12V. Come backup per il Phantom 4 Pro avevamo con noi un piccolo Mavic Pro, ma non lo abbiamo mai utilizzato.

GoPro Hero 5
Avevamo con noi due GoPro da attaccare direttamente alla Land Cruiser. Queste piccole fotocamere sono ideali per catturare prospettive inaspettate e hanno portato varietà durante il taglio.


Una sfida
È stata una grande sfida filmare in Namibia, poiché la natura è completamente diversa da quella della Svizzera. Abbiamo dovuto lavorare molto al progetto e fare diversi test prima del nostro viaggio.
Luminosità / Temperatura
Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza i filtri ND (8-32). È inoltre importante assicurarsi che i dispositivi non diventino troppo caldi. Non abbiamo avuto problemi di surriscaldamento con nessuna fotocamera, ma abbiamo notato che si scaldavano molto rapidamente. In questo caso l’ombra o l’aria condizionata della macchina aiutano. A volte, la luce era talmente forte che non riuscivamo a vedere nulla sugli schermi interni, tanto da dover ricorrere a uno schermo esterno molto più luminoso.

Backup e dati
Abbiamo copiato e controllato i dati sul posto ogni sera. Per essere sicuri che tutti i dati fossero stati copiati in modo pulito, abbiamo utilizzato Hedge, uno strumento che copia in più volumi e controlla tutto con un susseguirsi di verifiche. Abbiamo eseguito un triplo backup. In totale, abbiamo portato a casa quasi 3 TB di dati.





Apple MacBook Pro Space Gray
15.40", 16 GB, 256 GB, CH


Alimentazione
Nel Land Cruiser avevamo due potenti batterie e un inverter da 1200W. Siamo stati in grado di ricaricare tutte le batterie quando eravamo in viaggio e poiché lo eravamo il più delle volte, l'alimentazione non è mai stata un problema. Per il backup quotidiano la batteria del MacBook Pro era sufficiente.
Polvere
La polvere fine del deserto non è compatibile con l’elettronica e la meccanica fine. Diverse macchine fotografiche utilizzate dal nostro gruppo di viaggio dopo due settimane non volevano più zumare. Non potevamo far altro che chiudere sempre i finestrini dell'auto, riporre sempre le fotocamere nelle custodie e pulire tutto ogni sera. In tal modo, siamo riusciti a tenere lontano dal sensore la maggior parte della polvere.

Trasporto
Per le fotocamere abbiamo utilizzato le custodie ThinkTank. Per il treppiedi e lo slider abbiamo trovato un’ottima soluzione su Galaxus: il DB Douchebags The Douchebags che in realtà è un borsone da snowboard.
La trama
Siamo partiti per la Namibia senza un copione e abbiamo sviluppato una possibile trama nella prima settimana, dopodiché l’abbiamo concretizzata. Il narratore è Gail, un’ospite del tour. Sognava di fare un viaggio di questo tipo da quarant’anni e non avremmo potuto desiderare un narratore più appassionato.
Il testo è il risultato delle nostre conversazioni con Gail. Lei ci raccontava le sue osservazioni, noi le completavamo con le nostre e poi cercavamo una formulazione, uno stile narrativo che ci desse la massima libertà di espressione.
Non volevamo raccontare una storia lineare, ma volevamo combinare gli episodi liberamente. Volevamo una sorta di caos organizzato, qualcosa che da un lato corrispondesse a una memoria personale, ma dall'altro potesse suscitare tensione.
Dal punto di vista testuale siamo rimasti su un meta-livello e sono emerse combinazioni entusiasmanti. Ad esempio, la frase «It is following a different pace» può essere combinata con immagini molto diverse. Un Land Cruiser che sfreccia sullo sterrato o, come nel nostro caso, un camaleonte che si muove molto lentamente.
Editing
In totale, abbiamo prodotto più di 13 ore di materiale che doveva in qualche modo essere compresso per arrivare a meno di cinque minuti. Il processo di editing è durato poco meno di tre settimane. Abbiamo prima creato la traccia audio e poi abbiamo aggiunto le immagini passo dopo passo e taglio dopo taglio. Abbiamo lavorato con Adobe Premiere Pro.


Grading
Dopo l’editing ci siamo dedicati al grading, cioè alla correzione cromatica. Per farlo, abbiamo utilizzato DaVinci Resolve e monitor calibrati. Abbiamo elaborato e ottimizzato ogni singola impostazione e ogni singolo scatto. L'obiettivo era quello di creare un look uniforme e reale, anche se abbiamo girato con macchine fotografiche molto diverse tra loro. Il grading è un lavoro molto importante e complesso, specialmente quando si tratta di elaborare del materiale fortemente compresso come quello del Phantom 4 Pro+.
LOG
Il materiale da noi prodotto aveva colori molto blandi, senza quasi nessun contrasto. Abbiamo volutamente scelto di agire in questo modo, affinché tutte le informazioni sul colore e sul contrasto fossero conservate e affinché la posizione di partenza per il grading fosse la migliore in assoluto. Inoltre, con immagini ricche di contrasto e colore, sarebbe stato molto difficile abbinare le singole fotocamere. Solo un materiale prodotto con un profilo LOG può essere pienamente elaborato e manipolato durante il grading.




Conclusione
L’attrezzatura si è dimostrata valida. Se rifacessimo una produzione di questo tipo, sceglieremmo di nuovo lo stesso tipo di attrezzatura. La qualità delle immagini della GH5 e del Phantom 4 Pro è a dir poco impressionante per questo tipo di dimensioni. Tuttavia, è importante affrontare tutto con attenzione, agire di anticipo e controllare tutto due o tre volte. Sia noi che Rainer di «Meine Namibia Safaris» siamo molto soddisfatti del risultato. Rainer ha già mostrato il film in diverse e importanti fiere del turismo, riscontrando grande successo.
A parte il film, il viaggio è stato un'esperienza unica per noi – una vera e propria avventura che raccomandiamo caldamente.



<a href="https://lauschsicht.ch/" target="_blank">Lauschsicht</a> produce film per le aziende che vogliono dare una visione del loro mondo con immagini in movimento. In questo modo manteniamo uno scambio molto personale con i nostri clienti e copriamo l'intero processo di produzione, dallo sviluppo alla produzione e alla post-produzione. Sono quindi quasi sempre progetti che perseguono un obiettivo comunicativo molto concreto.