
Guida
Ciao ciao mal di schiena
di Stefanie Lechthaler
Lo scopo del mio progetto teardown è trasformare una fotocamera reflex in una fotocamera a infrarossi. Devo smontare il dispositivo, rimuovere il filtro taglia IR e assemblare nuovamente la fotocamera.
Probabilmente hai già visto delle foto a infrarossi. Le piante hanno infrarossi molto elevati, per cui appaiono molto chiare nelle riprese a infrarossi.
L’infrarosso è invisibile all’occhio umano, ma i sensori fotografici lo rilevano. Nonostante questo, non è possibile scattare semplicemente foto a infrarosso: nelle fotocamere è integrato un filtro taglia IR che scherma l’infrarosso dal sensore. Questo migliora la qualità di ripresa in quanto nel sensore penetra solo la luce che noi vediamo effettivamente. In una fotocamera normale, l’infrarosso praticamente non raggiunge il sensore.
In altre parole: per scattare foto in infrarosso, bisogna rimuovere il filtro taglia IR dalla fotocamera. Per questo dobbiamo smontarla.
Non ho il coraggio di sottoporre la mia fotocamera a questo teardown. È la mia prima volta e la mia manualità non ha un’eccellente reputazione. Se dovessi rompere la fotocamera, non sarebbe gravissimo: una fotocamera senza filtro taglia IR non è adatta al normale utilizzo.
Per questo ho acquistato una vecchia Nikon D90 per 150 franchi su ricardo.ch. Ne ho avuta una per tanto tempo e so che è un buon apparecchio – allora lo era. Fotocamere reflex più datate non sarebbero adatte in quanto non mostrano l’immagine del mirino sul display, per la fotografia ad infrarossi serve vederla. Di questo parleremo dopo.
Ovviamente ho fatto qualche ricerca su YouTube – sono diverse le persone che hanno già apportato questa modifica e lo hanno filmato. Ho un’idea di cosa mi aspetta, ma i dettagli sono differenti in ogni fotocamera. E soprattutto, tra vedere qualcosa in un video e farlo da solo c’è una grande differenza.
La modificazione viene filmata nel nostro studio. Mi porto dietro il nostro set di utensili iFixit e un foglio A3, su cui dispongo le viti. Man mano scrivo da dove ho preso le singole viti, altrimenti non riuscirei a ricordarlo.
Smonto la fotocamera dalla parte posteriore, fino ad arrivare al sensore.
Ricompongo tutto invertendo la sequenza.
Dovrebbe essere facile, ma il diavolo si cela nei dettagli. Inoltre, mi sento un po’ sotto pressione. Vengo filmato nello studio e nel progetto sono involte diverse persone. A qualcun’altro serve lo studio dopo, per cui devo riuscire a fare tutto in una giornata.
Il primo inconveniente ci sta già aspettando. Il display della parete posteriore è connesso alla platina tramite fili elettronici. Dall’altra parte della platina ci sono altre connessioni. Non riesco ad arrivare al sensore senza prima rimuovere questi fili, e non so esattamente come staccarli senza incorrere il rischio di romperli.
Mi sento già un po’ stressato. Se lo facessi a casa mia, metterei da parte tutto e farei qualche ricerca. Mi prenderei qualche giorno in più. O farei una pausa per rilassarmi, la soluzione prima o poi mi verrebbe in mente.
Qui purtroppo non posso procedere così. Piuttosto che lasciare che Stephanie mi filmi stressato e senza metodo, vado a prendere Kevin Hofer, il nostro MacGyver di elettronica. Ci sono tre tipi di connessioni, Kevin mi spiega come staccarne due. Il terzo tipo non lo conosce neanche lui, ma scopriamo che non serve staccarlo.
L’altro problema che sorge, è meno facile da risolvere. Alcune viti sono incastrate. La maggior parte delle volte riesco a rimediare premendo l’avvitatore sulla vite con più forza, in modo che non scivoli. Ma ogni tanto non serve a nulla e così facendo si rischia di rovinare la vite.
Infatti, è quello che è successo con l’ultima delle tre viti che fissano la platina del sensore. Nel tentativo di allentarla, rovino l’intaglio a croce della testa.
Questa stupida vite è quasi completamente rimossa, vorrei strapparla via ma Kevin teme che tirerei dietro anche altre cose. Cerca di sminuzzare la vite con il Dremel, ma non ci riesce e scivola.
Pausa pranzo.
Il tempo scorre troppo velocemente. Non abbiamo ancora finito con lo smontaggio e assemblare tutto durerà sicuramente di più. Farò in tempo? Dall’altre parte sono contento che sia ora di pranzare, sono sfinito. Mangiare qualcosa e rilassarmi un po’ mi fa bene.
Su consiglio di Kevin compro un trapano per metallo della giusta misura. E in effetti: così funziona. Ora posso rimuovere la platina che copre il sensore e il filtro taglia IR.
Al filtro di blocco sono collegate connessioni elettroniche. Visto che il filtro non ci serve comunque, le taglio.
Nell’assemblaggio l’unico grande ostacolo è inserire nuovamente la platina. Ogni volta che collego un elemento di connessione, non riesco più a raggiungere gli altri perché non mi è possibile spostare la platina. Devo rimuoverla un paio di volte, prima di riuscire nel mio intento. Inoltre, non sono sicuro che le connessioni siano ben allacciate. Ma la cosa più allarmante è che uno slot rimane vuoto, stranamente. Riguardo le riprese con la video producer Stephanie, ma lo slot in questione non è mai stato inquadrato nitidamente e non si riesce a riconoscere quale sia la sua funzione. Dopo svariate congetture, decido che lo slot rimane vuoto. E che funzioni o meno, non smonto nuovamente la platina.
Appena il tutto è più o meno assemblato e inserisco la batteria, accendo la fotocamera. Funziona! Entrambi gli schermi visualizzano qualcosa! Non lo consideravo più possibile da quando lo slot era rimasto vuoto. Che bella sensazione!
Finito l’assemblaggio, prendiamo un obiettivo. So fare le foto. Ma vengono un po’ sfocate. Per quanto ne so è normale, se si rimuove il filtro taglia IR. Se focalizzo con Live View (mirino sull’LCD), le immagini diventano nitide.
Se funziona anche con la fotografia a infrarossi è ancora incerto – per quello mi serve un filtro infrarosso, da anteporre all’obiettivo. Un filtro infrarosso fa il contrario di ciò che fa un filtro taglia IR: lascia passare la luce infrarossa. Il filtro deve avere lo stesso diametro dell’obiettivo. Quindi devo sapere quale obiettivo utilizzeremo.
Non tutti gli obiettivi sono adatti alla fotografia a infrarossi. Con alcuni si forma un «hotspot», una zona chiara nel bel mezzo dell’immagine. Questa lista di compatibilità (in tedesco) è stata molto utile.
L’unico obiettivo che pensavo di usare aveva la filettatura difettosa, su cui non riuscivo più a montare il filtro. Ma visto che è adatto alla fotografia a infrarossi e come obiettivo mi piace, me lo ricompro a buon prezzo su Ricardo.ch.
Per fare il test, fotografo una pianta da interni. La foto non è bella ma fa vedere che la fotocamera si può utilizzare come fotocamera a infrarossi. Le foglie sono bianche.
La stessa foto scattata con una D7500 non modificata viene nera, poiché filtro di blocco e filtro di trapasso bloccano l’intero spettro di luce.
Se faccio un’esposizione di oltre 30 secondi, forse un po’ di luce infrarossa riesce a passare. Così è possibile scattare foto in infrarosso anche con una fotocamera non modificata. Ma i lunghi tempi di esposizione escludono riprese senza treppiede e video a priori.
Ecco com’è venuta la foto scattata con la fotocamera modificata, senza filtro infrarosso. I colori non sono nemmeno troppo sbagliati, secondo me. Il blu che troviamo nello sfondo si forma anche con una fotocamera non modificata, per cui non dipende dal filtro taglia IR.
Il teardown è stato un vero successo. Non è stato facilissimo, ma ho ottenuto il risultato che volevo. E sono tutt’altro che un esperto nel campo del fai-da-te. Se ce l’ho fatta io, puoi farcela anche tu! Ne vale la pena: in un’era in cui la maggior parte delle foto è una copia dell’altra, crei qualcosa di piuttosto unico e raro.
Certamente serve più di una buona fotocamera per scattare belle foto in infrarosso, ma adesso non è neanche la stagione adatta per sperimentare. Un articolo sulla fotografia a infrarossi segue al più tardi in primavera.
Il mio interesse per il mondo IT e lo scrivere mi hanno portato molto presto a lavorare nel giornalismo tecnologico (2000). Mi interessa come possiamo usare la tecnologia senza essere usati a nostra volta. Fuori dall'ufficio sono un musicista che combina un talento mediocre con un entusiamso eccessivo.