
Retroscena
Dai un po' di pepe alla tua relazione con una stampante 3D fatta in casa
di Mariana Hurtado
Benvenuti nel gruppo dei pochi eletti che possiedono una stampante 3D prima che diventi una presenza standard in tutte le case, come penso che accadrà in futuro. E ora?
Prima di trasferirmi in questo stupendo Paese, la mia vita era un susseguirsi di situazioni fuori dal mio controllo. Ogni giorno uscivo di casa e mi chiedevo quando sarei stata di nuovo vittima di una rapina. Magari oggi? Mi facevo queste domande mentre aspettavo l’autobus, senza nemmeno sapere se e quando sarebbe successo e se sarebbe successo a me. Cosa? Un’altra eruzione vulcanica? Allora anche questa settimana niente scuola. Questa era la mia vita a Quito, in Ecuador.
La vita mi ha poi portata nella patria del cioccolato, del formaggio e degli orologi (le tre cose che preferisco al mondo). E quando tutto funziona con la precisione di un orologio svizzero, un ritardo di due minuti delle FFS può tranquillamente rovinarti la giornata. Questo ha radicalmente cambiato i miei problemi, ma in senso positivo. Ora posso affrontarli con un po’ di creatività.
Se non l’hai ancora letto in un articolo che ho scritto tempo fa, ho costruito una stampante 3D con il mio ragazzo. Abbiamo stampato diversi pezzi per calibrarla e assicurarci che funzionasse correttamente. E funzionava. Se sei una persona normalissima che non utilizza questo tipo di cose per lavoro, adesso ti starai chiedendo quali sono i passi successivi.
Per prima cosa ci siamo occupati dell’ovvio: migliorare la nostra stampante 3D.
Sono fiera di poter dire che abbiamo creato noi la maggior parte di questi pezzi. Ma se il tuo repertorio si limita ad articoli che supportano la stampante che li ha prodotti, nessuno rimane a bocca aperta. Voglio dire: se non avessimo avuto bisogno della stampante, non avremmo avuto bisogno nemmeno di tutto il resto.
Mi sono trasferita nel cuore dell’Europa per conseguire un master. Visto che mi sono laureata da poco, potresti pensare che non ho un centesimo. E infatti è così. O almeno, solo per ora... spero. Perciò, quando mi si è presentata l’opportunità di fare una vacanza sciistica all-inclusive a Davos senza dover tirar fuori il portafogli, non ci ho pensato due volte.
I genitori di un mio amico hanno un appartamento a Davos, altrimenti non me lo sarei mai potuta permettere. Volevo comunque dimostrare la mia gratitudine. Ci ho pensato un po’, poi ho deciso di stampare in 3D il logo della squadra di sci del mio amico (una sua creazione). Non ci è voluto molto prima che mi chiedessero di stamparne altri sei per il resto del team. Eureka!
Poi c’era il problema di tutte le pile AA sparse per l’appartamento del mio ragazzo. Lo adoro, ma c'era davvero troppo casino! «Come faccio a usare tutti i joystick dell’Xbox, altrimenti?», mi dice. Grazie alla meravigliosa comunità online, a questo problema ho trovato varie soluzioni. Alla fine abbiamo trovato un dispenser per le pile che gli piacesse, ma era troppo bello per essere vero: secondo i commenti, non funzionava. L’abbiamo stampato lo stesso e, ovviamente, le pile sono rimaste incastrate.
Ricordo ancora quella domenica mattina: mi sono svegliata e appena ho aperto gli occhi ho visto il mio ragazzo che attaccava un pezzo di cartone nel dispenser stampato la sera prima. Stava nascendo un designer industriale!
Dopo aver preso le misure, fatto i calcoli e provato due prototipi, avevamo il dispenser dei nostri sogni. E funzionava. Quel giorno, l’appartamento del mio ragazzo ha anche guadagnato quattro punti per la pulizia, se applichiamo la logica dei giochi di ruolo alla vita reale.
Qualcuno di voi forse sa di cosa parlo: yoga per pendolari. L'arte di cercare la posizione perfetta per guardare video e altri contenuti multimediali durante il tragitto per il lavoro. Del resto, l’unico motivo per cui ti sei comprato quello smartphone con lo schermo enorme era per guardare «The Grand Tour» sul treno. Ma il braccio può tenere su il telefono solo per un po’. Di metterlo sulle gambe non se ne parla, troppo lontano.
«Ho una stampante 3D, non dovrei avere questo problema!»
Queste sono state le parole del mio ragazzo quando mi ha presentato le misure per sviluppare un porta telefono per iPhone 6, progettato appositamente per i sedili dell’RBS.
L’idea era molto semplice. Ci serviva solo la larghezza del telefono (inclusa la custodia) e il raggio dei bordi. Le misure dei sedili le avevamo già prese.
Una bozza grossolana e un’estrusione dopo avevamo un modello pronto per essere stampato. Ma non funzionava. Non c’era modo di fissare il telefono senza fare danni.
Abbiamo aggiunto una maniglia alla parte inferiore per poter mettere e togliere il telefono più facilmente. Voilà! Siamo riusciti a infilare il telefono nel supporto, MA era troppo largo perché il telefono rimasse ben saldo. Tre prototipi dopo, gli calzava come un guanto.
E funziona! Giusto in tempo perché il mio ragazzo realizzasse che era meglio guardare i video sul suo iPad. Indovina a cosa stiamo lavorando in questo momento.
Con un po’ di tempo e creatività, non ci sono limiti. A parte i 20 x 20 x 20 cm, perché quelle sono le dimensioni massime della nostra stampante. Però puoi realizzare diverse parti e assemblarle in un secondo momento. Insomma, hai capito. E ora esci, trova qualcosa che ti infastidisce e stampa una soluzione in 3D!
A parte i ritardi delle FFS. Per quelli non puoi farci niente, mi dispiace.
Sono una grafica, un'allenatrice di Pokémon, un'esperta di tecnologia, ma non sono una scrittrice. Vivo in Svizzera dal 2014 e combatto costantemente contro il design malfatto.