Gli smartwatch con funzione eSIM lasceranno presto gli smartphone indietro? Immagine: Vanessa Kim
Test del prodotto

Smartphone al polso con l’eSIM

Se il tuo smartwatch è dotato di un'eSIM, ha le stesse funzionalità di un cellulare: puoi usarlo per telefonare, inviare messaggi e pagare gli acquisti. E io ho deciso di testarlo: per una settimana, ho sostituito il mio iPhone con l'Apple Watch.

«Sarebbe bello lasciare a casa lo smartphone ed essere comunque raggiungibile». È da un po’ che mi ronza in testa questo pensiero. Nel 2019, credo sia possibile farlo. Alcuni degli smartwatch di ultima generazione sono già dotati di eSIM e dovrebbero rendere lo smartphone quasi superfluo. O almeno in teoria. Vediamo se è vero.

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A proposito di teoria: l’eSIM è una scheda SIM integrata – «e» infatti sta per «embedded». Questo significa che non devi più inserire una scheda micro, mini o nano SIM nel tuo dispositivo, come nel caso degli smartphone (anche se alcuni dei modelli più recenti vengono già prodotti con un’eSIM). Nello smartwatch, la SIM è già integrata. La tecnologia esiste da quasi quattro anni, ma non si è ancora affermata.

Via con il test

La mia avventura con lo smartwatch inizia con una novità assoluta: è la prima volta che leggo un manuale utente passo-passo per uno dei miei gadget. Sì, hai letto bene: ho studiato il manuale d'uso. Voglio essere preparato ed evitare di saltare alle conclusioni. Bene, iniziamo. Dopo aver fatto una breve prova premendo tutti i pulsanti e pasticciando con l'orologio durante il fine settimana, inizio il test vero e proprio lunedì e lo finisco venerdì.

WhatsApp è supportato solo parzialmente dall’Apple Watch, perciò la sera prima dico ai miei contatti chiave che durante la settimana del test potrò rispondere ai loro messaggi, ma non inviarne autonomamente. Se dovessi avere una qualsiasi emergenza, li contatterò via SMS o iMessage, perché con lo smartwatch posso farlo.

Lunedì mattina, ore 5:17

Mi sveglio con la sveglia intelligente. Di solito mi alzo senza sveglia, ma nell’ottica del test questa volta ho voluto impostarla. Una funzionalità dell'Apple Watch piuttosto carina: pochi minuti prima dell'allarme vero e proprio, il display si accende e diventa sempre più luminoso fino a quando parte la sveglia, con la classica suoneria Apple.

Immagino che dovrebbe simulare un'alba: il display della sveglia dell’Apple Watch.
Immagino che dovrebbe simulare un'alba: il display della sveglia dell’Apple Watch.

Per iniziare bene la giornata, ho bisogno di un bicchiere d’acqua. Nel buio del mattino presto, per arrivare fino al frigorifero devo fare un percorso a ostacoli. Vedo che l'applicazione Philips Hue è in esecuzione sull’orologio e attiva l'impostazione «TV» delle mie lampade per guidarmi. Naturalmente non è una funzionalità senza cui non potrei vivere, ma mi torna utile. Poi do un'occhiata all'applicazione meteo per vedere se oggi è il caso di mettere i pantaloni lunghi o corti. Dopo aver dato un ultimo sguardo ai risultati dello sport, sono pronto per il mio primo giorno di lavoro senza cellulare. Per il momento, non ho ancora toccato il mio smartphone. Credo di potercela fare.

Mentre vado al lavoro, sono scioccato nello scoprire che Spotify funziona come applicazione di terze parti sullo smartwatch, ma non senza un iPhone a cui è connesso. L’app Musica propria di Apple dovrebbe funzionare, ma io non la uso. Mentre faccio silenziosamente sparire i miei AirPod nella custodia di ricarica, inizio a pensare che sarà una settimana difficile.

Alcune applicazioni di terze parti sono disponibili anche per l’Apple Watch. A volte è un bene, altre meno.
Alcune applicazioni di terze parti sono disponibili anche per l’Apple Watch. A volte è un bene, altre meno.

Tutto questo però ha un effetto collaterale, perché andare al lavoro senza musica mi mette di cattivo umore. Con watchOS 6, che uscirà in autunno, Apple promette un miglioramento dell’autonomia dell’orologio. Spero che WhatsApp e Spotify ne beneficeranno.

Martedì mattina, ore 8:30

In lontananza, le campane della chiesa suonano una seconda volta per segnare la mezz'ora mentre do un morso al mio pane al cioccolato. Ma il momento di calma e tranquillità finisce subito: l'orologio vibra. È un messaggio di mio padre che mi chiede aiuto per un problema con il PC. Rispondo dall’orologio, dettando il mio messaggio a Siri. La signora Apple di Cupertino non parla lo svizzero tedesco e per scrivere il messaggio usa il tedesco standard, ma visto che mio padre non capisce il dialetto per iscritto non è un grosso problema.

Visto che, senza lo schermo dell'iPhone e una tastiera non posso rispondere alla controdomanda di mio padre, decido di chiamarlo. Mentre parlo con mio padre rimango sorpreso dalla qualità dell’audio, e così anche lui quando gli dico che sto telefonando dall’orologio senza cuffie.

La qualità audio è sorprendentemente buona.
La qualità audio è sorprendentemente buona.

Ora che il PC di mio padre è tornato a funzionare, posso continuare a dedicarmi alla mia colazione. Che, a proposito, ho pagato con l'Apple Watch. Questo non è un servizio nuovo o esclusivo di Apple, ma, dato che ho sempre pagato con carta di credito contactless, per me è una novità.

Poiché l'orologio ha anche una funzione di pagamento, ma le mie carte Visa e PostFinance non sono supportate, ho acquistato una carta di credito gratuita Revolut. Ora pago sempre e comunque con lo smartwatch. La carta di credito digitale è memorizzata nell'app Wallet. Posso utilizzare Wallet sull’Apple Watch anche per comprare biglietti aerei o prenotare hotel, senza mai dover tirare fuori il telefono.

Mercoledì sera, ore 17:13

Anche se la giornata in ufficio è ormai finita, io sono ancora operativo. Voglio fare una breve pausa-allenamento (con tanto di nuotata rinfrescante in piscina) prima di buttarmi sul divano. Una volta a casa, metto giù la borsa, mi cambio e... vado a correre. Senza lo smartwatch dovevo sempre trovare un posto per mettere via il telefono, qualche franco e il mio Garmin Forerunner 735XT. Ma, grazie all’eSIM e l’Apple Watch, oggi con me ho tutto direttamente intorno al polso: telefono, portafoglio e fitness tracker.

Quadrato, pratico, buono: il mio orologio mi dice cosa devo comprare.
Quadrato, pratico, buono: il mio orologio mi dice cosa devo comprare.

Dopo 45 minuti di corsa tranquilla arrivo in piscina. Pago l'ingresso (e il gelato con cui mi autopremio più tardi) via contactless. Per divertimento — e per testare l'orologio — decido di fare qualche vasca nella piscina di 25 metri. Ovviamente, l'orologio è impermeabile.

Non appena inizio l'allenamento di nuoto, l'Apple Watch imposta la speciale modalità Acqua per evitare che l'umidità entri attraverso le vibrazioni dei due altoparlanti integrati. Un’altra funzionalità utile, ma non essenziale, perché l'orologio funziona sott’acqua anche senza questa modalità.

Giovedì pomeriggio, ore 14:45

La settimana sta lentamente volgendo al termine, così come la mia motivazione. È arrivato il momento di ascoltare un po' di musica per tirarmi su di morale. La mia playlist di Spotify mi dà la spinta necessaria e la giornata finisce senza grossi problemi. Cosa interessante: scopro che posso controllare Spotify anche tramite l’Apple Watch. Molto originale ma nel mio caso non proprio utile, visto che ho Spotify sul portatile con cui lavoro.

Dopo essere sopravvissuto a un altro viaggio in treno senza musica, l’orologio mi ricorda che devo andare a comprare un paio di cose. L’app di Migros è compatibile con l’Apple Watch (compresa la lista della spesa), ma l’app Coop visualizza solo il codice della Supercard. L'app Promemoria dell'iPhone si sincronizza con l'orologio ed elenca tutte le attività e le faccende da sbrigare.

Navigatore, ti amo! Ora anche sul mio polso.
Navigatore, ti amo! Ora anche sul mio polso.

A casa, devo compensare la mancanza di musica. E poi è il caso che dia una spolverata al mio iPhone, che è rimasto collegato al caricabatterie per quattro giorni. Lo collego al WiFi, lancio l'applicazione Sonos, alzo il volume e lascio che il suono mi trasporti nel mio mondo.

Ho giusto il tempo di ascoltare due canzoni prima che il mio orologio vibri al polso: un altro promemoria mi dice che stasera ho un allenamento di unihockey. Do un’occhiata allo smartwatch e scopro che posso controllare anche l’altoparlante Sonos tramite l’orologio. Wow! Così il mio iPhone rimane dove l'ho messo lunedì all'inizio del test.

Venerdì mattina, ore 09:59

Comincio l'ultimo giorno lavorativo della settimana con tranquillità. Il test sta per finire e sono sopravvissuto una settimana intera senza smartphone, ma con un orologio quasi altrettanto intelligente. Forse sto esagerando, ma finora è stata una settimana estremamente piacevole. Sono molto colpito dalla quantità di cose che posso fare con lo smartwatch. Un vero e proprio miracolo tecnologico. Sullo schermo appare un messaggio per dirmi che è ora di fare un po’ di brainstorming. Maledizione, ho già chiuso il portatile e mi sono dimenticato di guardare in quale sala riunioni devo andare. Con due clic sul display dello smartwatch, scopro che il mio team mi sta aspettando nella stanza «Dr. Sanity Affaire».

Per pranzo, incontro un amico dell'università. Ha prenotato un tavolo da Moudi. Conosco il ristorante, ci sono già stato prima, ma non ricordo l'indirizzo esatto. Metto la mano in tasca per cercare le indicazioni stradali e... ops, l’iPhone è a casa. Giusto mentre mi stanno per uscire le prime imprecazioni, mi viene in mente che ho lo smartwarch al polso. Lancio l'applicazione Mappe, inserisco l'indirizzo e inizio la navigazione. Impressionante! E, visto che ho lo stesso senso dell'orientamento di un sasso, ne sono particolarmente entusiasta.

Il mio iPhone non si è mai sentito così solo come questa settimana.
Il mio iPhone non si è mai sentito così solo come questa settimana.

Durante il pranzo, mi accorgo di un aspetto poco piacevole di avere al polso uno smartwach: ogni volta che ricevo una notifica, guardo l’orologio. Sempre. Anche se gli do solo un’occhiata veloce. Dopo che mi guardo il polso per la terza volta, il mio collega mi chiede, un po' infastidito, se ho fretta. Mi rendo conto solo ora che può essere un gesto molto scortese.

Il venerdì pomeriggio segna la fine dei test. O quasi; anche la regina della moda e collega editoriale Vanessa sta testando la funzione eSIM con l’Apple Watch e mi ha sfidato all'inizio della settimana tramite l'applicazione Activity. Chi ne uscirà a testa alta? Oggi, dopo una settimana, facciamo un bilancio e vediamo chi ha fatto di più per la propria salute. Ebbene: chapeau, Vanessa, mi hai fatto mangiare la polvere.

Conclusione

Sono sopravvissuto per una settimana senza smartphone. OK, non è del tutto vero. L'Apple Watch, uno smartwatch con funzione eSIM, mi ha accompagnato nel mio viaggio senza telefono cellulare, perciò non posso parlare di sopravvivenza. Al contrario, lo smartwatch è stato sempre al mio fianco – o meglio, al mio polso – ed è sempre venuto in mio soccorso quando ne ho avuto bisogno. Anche se non ha potuto sostituire completamente il mio iPhone a causa della mancanza di compatibilità con WhatsApp e Spotify, mi sono sentito al sicuro e in buone mani.

Una cosa interessante è che, grazie allo smartwatch con l’eSIM, mi sono sentito molto meno attaccato al cellulare. Certo: se uso l'orologio, invio SMS e controllo le mie condizioni fisiche, conta tutto come tempo passato sullo smartphone. Però, prima di fare questo test, avevo il telefono sempre il mano, anche quando non ne avevo bisogno. Così, giusto per «guardare l’ora». Ma nemmeno gli orologi intelligenti hanno poteri magici: mi sono ritrovato a stare in bagno cinque minuti in più mentre giocherellavo con l'Apple Watch.

Il mio iPhone non si è mai sentito così solo come questa settimana.
Il mio iPhone non si è mai sentito così solo come questa settimana.

Quello che non riesco a capire è perché gli operatori – nel mio caso Swisscom – richiedano un canone mensile supplementare per l'eSIM. La carta non è fisicamente presente e non ho dati o chiamate extra. L’unica differenza è che posso usare il mio abbonamento su un altro dispositivo. Scusa la franchezza, ma mi sembra veramente una stupidata.

Insomma, il mio verdetto è questo: gli smartwatch oggi dipendono ancora da uno smartphone. Ecco perché sto ancora aspettando di comprare un orologio Apple Watch. Presto, però, gli smartwach dovrebbero essere completamente indipendenti. Sono curioso di vedere cosa porterà l'aggiornamento di watchOS-6 questo autunno.

L'Apple Watch non può ancora sostituire il mio iPhone ma, grazie all’eSIM, diventa una realtà sempre più vicina.

Immagine di copertina: Gli smartwatch con funzione eSIM lasceranno presto gli smartphone indietro? Immagine: Vanessa Kim

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Se non mi sto cibando di "ciugnate" dolci a volontà vuol dire che sono in qualche palestra: l’unihockey è una mia grande passione, sia come giocatore che come allenatore. Nei giorni di pioggia puoi scovarmi ad avvitare e svitare i miei PC, robot o altri giocattoli elettronici. La musica mi accompagna costantemente. La vita sarebbe dura senza giri in bici sulle strade di montagna ed intense sessioni di sci di fondo. 


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