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Recensione Apple Scribble: intelligenza artificiale vs scrittura in corsivo

Dominik Bärlocher
29.6.2020
Traduzione: Leandra Amato

Il software Apple dell’iPadOS 14, che verrà rilasciato a breve, sarà in grado di riconoscere gli appunti scritti a mano con l’Apple Pencil. Secondo me, la funzionalità è stata sviluppata al al 90% del suo potenziale. Per il corsivo, funziona benissimo. Per il tedesco, un po’ meno.

L'iPadOS 14 di Apple sarà dotato di una funzione chiamata Scribble. Scribble non è altro che il tentativo più recente di un gigante del tech di riconoscere e interpretare la scrittura umana. Mi munisco di un iPad Pro di due anni e inizio ad analizzare il sistema. Il mio scopo? Scrivere in corsivo e valutare le prestazioni di Scribble. Perché, fino ad ora, nessun computer è riuscito a offrire una funzionalità del genere che fosse sufficientemente buona.

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E poi, già che ci sono, voglio divertirmi un po’: visto che la mia grafia è generalmente considerata illeggibile – a volte, nemmeno io riesco a capire quello che ho scritto e lo so solo perché me lo ricordo – voglio testare i limiti di Scribble.

Se non ti interessano i problemi e la complessità del riconoscimento della scrittura, puoi passare direttamente alla sezione «Scribble: non lo vedi, ma c’è».

Grafia: più complessa di quanto pensi

Prima di buttarci a capofitto nei test, dobbiamo spendere due parole sulla grafia e le sue caratteristiche, i problemi e le peculiarità. Chi programma un software di riconoscimento della scrittura a mano si trova inevitabilmente di fronte a una quantità infinita di problemi. Questo perché, quando il cervello legge parole scritte dall’essere umano, deve lavorare su molti fronti. Ti faccio un esempio.

Ho chiesto a tre colleghi di scrivere «Digitec» su un pezzo di carta.

Se il tuo cervello riconosce delle lettere e quindi delle parole, il computer funziona in modo diverso. Indipendentemente dal font che hai scelto, quando digiti sulla tastiera una «D» è sempre una «D». Il computer sa di cosa si tratta perché riconosce il valore con cui è stata programmata, anche se l’hai scritta in Wingdings (un font fatto di simboli).

Ma se si trova davanti davanti a parole scritte da un essere umano, vede un’immagine e deve analizzarla. E i problemi iniziano già con la «D». In corsivo, la «D» ha una forma che può essere interpretata anche come «d». Basta modificare leggermente l’«arco» della «D». Se scarabocchi una «e», potrebbe sembrare una «c». O una «g» può essere aperta o chiusa in alto, somigliando così a una «y». Ma non solo: ogni lettera ha un aspetto leggermente diverso, anche se scritta dalla stessa persona. Le parole che vedi qui sopra contengono sei "i" diverse, scritte da tre persone diverse.

Eppure il riconoscimento della grafia su un tablet è una funzionalità affascinante. Perché se puoi semplicemente scarabocchiare sullo schermo – che, indovina un po’, in inglese si dice «to scribble» – e il software capisce cos’hai scritto, allora abbiamo raggiunto una pietra miliare per il mondo della grafia digitale: un notebook digitale degno di questo nome. L'intelligenza artificiale (AI) riconosce i tuoi scarabocchi e aggiunge all'immagine della tua scrittura, lettera per lettera, lo stesso valore che avrebbe avuto se fosse stata digitata sulla tastiera. Così ora i tuoi testi scritti a mano sono completamente interpretabili (da un computer).

L'idea del riconoscimento della scrittura a mano non è affatto nuova. Negli anni '90, una società chiamata Palm utilizzava una forma di riconoscimento della grafia sul suo Personal Digital Assistant Palm Pilot – in sostanza, un «notebook digitale». Poiché il software non era abbastanza veloce o intelligente da comprendere la complessità della scrittura a mano, gli sviluppatori crearono un tipo di stenografia chiamato «Graffiti». Le lettere, corredate di un puntino nero ben marcato, disegnate sullo schermo venivano riconosciute per lo più correttamente.

Il sistema «Graffiti» è stato il tentativo di Palm di dotare il proprio notebook digitale della tecnologia di riconoscimento della scrittura a mano negli anni ‘90
Il sistema «Graffiti» è stato il tentativo di Palm di dotare il proprio notebook digitale della tecnologia di riconoscimento della scrittura a mano negli anni ‘90

Il successo dell’idea di Palm è durato poco e l'entusiasmo per il riconoscimento della scrittura a mano è lentamente scemato. Sia Apple che Android hanno realizzato tastiere hardware, cablate e wireless, per i loro tablet, senza mai menzionare la tecnologia di riconoscimento della scrittura a mano.

Ma gli sviluppatori non se ne sono mai dimenticati, e ora Apple sostiene di aver sviluppato una soluzione dopo ben 25 anni di test.

Scribble: non lo vedi, ma c’è

Durante il Keynote di Apple alla World Wide Developer Conference (WWDC), il colosso americano ci ha finalmente mostrato come funziona questa «nuova» tecnologia, ma non ha parlato di come attivarla. Perché, per fortuna, Scribble è abilitato di default. Se dovessi averne bisogno, trovi le impostazioni su iPadOS sotto Impostazioni → Apple Pencil.

In tipico stile Apple, oltre a On/Off non ci sono moltissime impostazioni. Del resto, cosa potresti mai voler modificare? Tu scrivi, l’iPad riconosce la tua grafia. Perciò non ti serve smanettare con cose come «Livello di riconoscimento: Alto».

Attiva Scribble, disattiva Scribble... bello.
Attiva Scribble, disattiva Scribble... bello.

Scribble è profondamente integrato nel sistema. Puoi modificare qualsiasi campo di testo, inclusi quelli delle app sviluppate da terzi, con la tua Apple Pencil semplicemente scrivendoci dentro. Puoi anche cercare su Google scrivendo a mano. Posso inserire un indirizzo nello Snowhaze Browser, oppure sfogliare gli iPad su digitec.ch (del tutto inutile, visto che ne ho già uno). E se vado un po' fuori dai bordi, non succede niente. L'iPad capisce quale campo voglio usare e dove sto scrivendo.

Ci vuole un po' di tempo per abituarsi. Mi sorprendo sempre a pensare: «Lo riconoscerà?» La maggior parte delle volte, sì. Ma non sempre.

Senza AI, non c’è speranza

Nell’arco di pochi minuti scopro che l'iPad non riesce proprio a riconoscere la parola «Digitec» (o meglio, «digitec» con la d minuscola, per essere proprio conformi alle nostre linee guide). Scambia la «g» per una «j» o una «y». A volte la «c» diventa una «r». Ma se scrivo «Everything is awesome» (il titolo della canzone di «The LEGO Movie»), allora il sistema funziona. O, almeno, mostra come dovrebbe funzionare. Apple non si è espressa su come e cosa faccia di preciso Scribble, ma sicuramente l’AI gioca un ruolo fondamentale.

Inizio a scrivere nell'app Google. Scrivo «Everything» e le lettere che ho scarabocchiato a mano si trasformano in lettere digitali. Improvvisamente, la barra di ricerca di Google contiene la parola «Everything». E poi anche «is». Non devo nemmeno scrivere «Awesome», perché Google me lo suggerisce automaticamente. Questo significa che sia Google che l'AI dell'iPad sanno cosa voglio, o almeno che questo è quello che la maggior parte degli utenti cerca quando digita «everything is» nella barra di ricerca Google. Questo significa che posso scrivere «awesome» anche malissimo: la «a» è appena riconoscibile, ma l’iPadOS sa già quello che mi interessa, e mi propone direttamente la canzone.

Forse è per questo che fa così fatica a riconoscere «Digitec» o «digitec». Anche se la nostra azienda è un gigante in Svizzera, è quasi irrilevante nel contesto globale.

Dunque: Apple utilizza i dati di ricerca Google? Possibile. È molto più probabile li integri all’interno del sistema nel complesso per supportare l’interpretazione delle parole. E per fare questo, potrebbe sfruttare molti, moltissimi dati. In teoria, se autorizzassi Scribble, il software potrebbe scansionare i tuoi messaggi di posta per scoprire quali termini ti piace usare e includerli nell’interpretazione dei tuoi appunti scritti a mano.

Scribble è veloce. L’AI riconosce alcune parole così velocemente che è quasi impossibile fare gli screenshot della scrittura nei campi di ricerca. Impressionante.

Copia-incolla goffo ma funzionale

Scribble funziona anche su Note, il blocco note di Apple. Se scrivi una parola nelle Note, puoi selezionarla e copiarla. Attenzione: se selezioni solo «Copia», l’iPadOS copia solo la grafica della scritta. Se vuoi copiare anche il testo, devi selezionare «Copia come testo». La cosa è abbastanza goffa, ma comprensibile. Hanno dovuto aggiungere questa opzione nel caso in cui tu voglia copiare solo la grafica e non anche il testo.

Abbastanza fastidioso il fatto che l'iPadOS non ti mostri quello che stai copiando quando selezioni «Copia come testo». Sto copiando «Digitec» o«Dijiter»? Per scoprirlo, devo leggere nella sfera di cristallo. Oppure incollarlo e vedere cosa appare. In pratica, è come giocare d’azzardo. Sarebbe stato davvero così difficile far apparire una piccola finestra con il testo selezionato?

Lo stress test: quali sono i limiti di Scribble?

Negli Stati Uniti e in Canada il corsivo – in italiano, più correttamente, «la scrittura corsiva» – non è così comune. A volte viene insegnato a scuola, ma non viene mai imposto a nessuno. In Svizzera, il corsivo di base viene sempre insegnato per primo. Puoi usarlo a tua discrezione per collegare le lettere, se ti facilita il flusso della scrittura. La classica scrittura allacciata, come l'abbiamo imparata ai nostri tempi, è diventata obsoleta, proprio come il sistema Graffiti. O la stenografia in generale.

Il problema è che non ho intenzione di imparare a scrivere da capo solo perché il software di riconoscimento della scrittura non riesce a capire il mio concetto di corsivo. Se uno sviluppatore sostiene che il suo software capirà la mia grafia, voglio che capisca il mio stile di scrittura. E il mio stile di scrittura è il corsivo, in cui scarabocchio da anni con la penna su carta.

In ogni caso, suppongo che a un certo punto il software si debba arrendere. E quindi voglio testarlo. Con la parola «Apple». La scrivo nelle Note, la copio e cerco su Google in a base a ciò che Scribble riconosce.

Con la parola «Apple», come immaginavo, il test fila liscio come l’olio.

Allora scrivo «Apple» in corsivo. Davvero non male, per i miei standard. È così che scrivo quando voglio che qualcun altro capisca quello che legge. Non è sempre così, ma a Scribble piace questa versione della mia grafia e perciò andiamo avanti.

Così invece scrivo quando prendo appunti. Qui siamo al punto di «Non riesco a leggere, ma mi ricordo cosa ho scritto». L’iPadOS mi dice «Copia come testo», quindi è riuscito a decifrare qualcosa. Riconosce il testo come testo. Ancora meglio: riconosce lo scarabocchio come «Apple».

Allora aggiungiamo un livello di complessità. Questa volta, in corsivo scritto male. Noto subito come l’atto di scrivere sullo schermo dell'iPad risulti estremamente duro e la penna sia troppo scivolosa. Se hai intenzione di scrivere molto a mano sull'iPad, allora ti consiglio vivamente di procurarti una protezione per lo schermo, come Paperlike.

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Normalmente scriverei il mio termine direttamente nella barra di ricerca su Google, ma poi non potrei mostrarti che razza di scarabocchi deve decifrare Scribble. Ecco perché sto usando le Note prima di incollare le parole su Google.

Risultato... parziale. Scribble capisce «Everything is ansane» anziché «Everything is awesome». Da quando «ansane» è una parola? Spero che l’AI di Google si accorga di questa incongruenza, riconosca l'ordine dei simboli e corregga con «Awesome». No, mi suggerisce solo il nome di qualche band strana, ma non la canzone del film.

La mia scrittura di solito è così illeggibile che, nel corso degli anni, ho scoperto che nessuno riesce a decifrare alcune parole a prima occhiata. Le mie «n», «m», «i», «s», «v», «w», «e» e «u» sono tutte costituite dallo stesso elemento visivo: ∧.

Testiamolo con una parola speciale:

Sì, è una parola tedesca. C’è anche nel dizionario Duden. Esattamente come l'ho scritta qui. Sembra un assortimento casuale di bordi frastagliati, ed è proprio per questo che penso che Scribble non sarà in grado di leggerla:

Scrivo, copio e incollo su Google. «Nomuinn». «om» è corretto, complimenti Scribble. Il resto? Non ci siamo. Le ricerche su Google per «Nomuinn» non hanno molto senso. Dati sul clima per lo stato del Kansas, tra le altre cose.

Chiunque scopra quello che ho scritto vincerà un gran premio di... niente. È come un premio normale, fatta eccezione che non riceverai nulla se non un grazie. Scritto con il cuore. Sul mio iPad.

Scribble funziona piuttosto bene. Per mandarlo in crisi, devi portarlo davvero al limite. Non devo modificare molto il modo in cui scrivo perché mi capisca, ma l’AI funziona meglio in inglese che in tedesco. Ma non ce la fa nemmeno con la traduzione in inglese di «Nomuinn». Probabilmente, le forme non sono abbastanza chiare. Quando scrivo «Das ist ein Test» (in tedesco), mi restituisce la frase senza senso «Pas int ein Test». Invece non ha a problemi a leggere «This is a test», «Winter is coming» o «Best ever» (scritto con la voce di Tim Cook, ovviamente).

Il grande difetto di Scribble

Probabilmente pensi che sarai in grado di scrivere interi articoli come questo usando la tua Apple Pencil, ma non è proprio così facile. Puoi scarabocchiare quanto vuoi nelle Note e poi copiare il testo su Pages o su un Google Doc, ma il riconoscimento accurato, così come l’abbiamo visto nella barra di ricerca su Google, non è abilitato nelle Note, su Pages o Google Docs. Inoltre non puoi iniziare a scrivere a mano e aspettare che il software trasformi le tue parole in testo digitale. Questo sarebbe il livello successivo.

Outlook è dotato di una funzionalità simile, ma il risultato lascia abbastanza a desiderare. Decido di scrivere una mail al mio collega editor Luca Fontana, perché oggi non ho ancora avuto l’occasione di dargli fastidio. Il riconoscimento funziona bene solo quando scrivo lettere enormi, molto più grandi di quanto mi permetta la casella di testo. OK, questo problema è superabile, ma poi c'è anche il fatto che non riesco ad andare a capo.

La mia email a Luca Fontana, scritta con l’Apple Pencil su Outlook. Gliel’ho mandata così, senza contesto.
La mia email a Luca Fontana, scritta con l’Apple Pencil su Outlook. Gliel’ho mandata così, senza contesto.

Scribble funziona sorprendentemente bene. È estremamente veloce, riesce a riconoscere il corsivo e rende il lavoro con l'iPad molto più facile. Ma, per ora, non è adatto per chi vuole scrivere articoli lunghi. Sì, cancellare le parole sbagliate è relativamente semplice, ma alla fine digito più velocemente su una tastiera e spero di scrivere per lo più in modo corretto. Ma se voglio semplicemente annotare qualcosa al volo negli appunti o cercare un termine su Google, Scribble va più che bene.

Su Pages, puoi usare Pencil in due modalità diverse, ma non per scrivere.
Su Pages, puoi usare Pencil in due modalità diverse, ma non per scrivere.

Per quanto mi riguarda, Scribble è stato sviluppato al 90% del suo potenziale. Non siamo ancora a una rivoluzione vera e propria nell’universo dei tablet. Manca ancora un po' di precisione, una comprensione più accurata del tedesco – sullo svizzero tedesco, non ci speriamo neanche – e strumenti extra come il supporto per le interruzioni di linea. Ma sono sicuro che Apple ci stia già lavorando. Perché l’idea di scrivere a mano (anche articoli lunghi) su tablet è troppo bella per non farci niente.

Boom. Fine. E ora non ci resta che aspettare di vedere cosa Luca avrà da dire della mia fantastica email.

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Giornalista. Autore. Hacker. Sono un contastorie e mi piace scovare segreti, tabù, limiti e documentare il mondo, scrivendo nero su bianco. Non perché sappia farlo, ma perché non so fare altro.


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