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Novità streaming di aprile: film e serie da non perdere
di Luca Fontana
Mese nuovo, consigli di streaming nuovi. Netflix, Disney+, Apple TV+ o Prime Video: ecco cosa viene trasmesso sui servizi di streaming a luglio.
Cosa faceva uno sputo su una scala? Saliva. Scherzi a parte, ecco le ultime serie e film che ti consiglio di vedere per il mese di luglio. Ho dimenticato qualcosa? Fammelo sapere nei commenti.
In Australia, John Ibrahim è una delle personalità più conosciute. Non c'è da stupirsi: nel 1988, alla tenera età di 18 anni, possedeva già il suo primo nightclub nel famoso quartiere a luci rosse Kings Cross di Sydney. Da lì conquistò il sottomondo della città. Ma è diventato veramente famoso solo quando la polizia lo ha accusato di essere forse la figura più importante della criminalità organizzata di Sydney. La Wood Royal Commission, che ha indagato su Ibrahim, si è spinta fino ad accusarlo di essere un «fulcro» dell'industria della droga nel 1995.
Ibrahim, tuttavia, non è mai stato condannato per mancanza di prove. Ecco perché è ancora a piede libero. Non più da barone della droga di Sydney, apparentemente, ma da onesto agente immobiliare. Nel 2017 ha pubblicato le sue memorie, in cui ha descritto la sua carriera e le sue attività criminali che gli sono quasi costate la vita per ben due volte. Ora arriva la serie, basata proprio su quelle memorie.
Inizio: 4 luglio
Dove: Sky Show (Entertainment Pass)
Afrofuturismo. Al più tardi da «Black Panther» della Marvel, il termine coniato negli anni '90 è diventato noto anche alle masse. L'afrofuturismo, infatti, combina elementi della cultura, della storia e della mitologia africana con concetti futuristici e tecnologici. O, in breve, ci presenta visioni alternative del futuro, plasmate da prospettive africane. Per l'appunto, ad esempio Wakanda di «Black Panther» con la sua capitale, Golden City.
La serie antologica «Kizazi Moto: Generation Fire» è sulla stessa linea. In dieci racconti indipendenti, artisti provenienti da Egitto, Kenya, Nigeria, Sudafrica, Uganda e Zimbabwe presentano in modo inedito il futuro che desiderano per l'Africa. A volte ricco di azione, a volte divertente, a volte triste. Sono curioso. Da «Star Wars: Visions», infatti, sono un grande fan di questo formato.
Inizio: 5 luglio
Dove: Disney+
La premessa non è cambiata molto rispetto all'originale del 2018 con Sandra Bullock: l'umanità è ancora minacciata da misteriose creature che continuano a portare alla follia, addirittura al suicidio, chiunque li guardi. Ciò che cambia ora è l'ambientazione; non viviamo più l'apocalisse in America, ma a Barcellona, in Spagna.
Lo spin-off è stato infatti prodotto dallo studio cinematografico locale Nostromo Pictures e scritto e diretto dai fratelli registi spagnoli Álex e David Pastor. «Bird Box: Barcelona» non è quindi un vero e proprio sequel, ma piuttosto parte di un'antologia. La trovo un'idea interessante. E le produzioni spagnole mi piacciono molto dopo aver visto «Casa de Papel» e «El Hoyo».
Inizio: 14 luglio
Dove: Netflix
«Foundation» è una serie di fantascienza che divide il pubblico. È basata sui racconti di Isaac Asimov, alcune delle cui trame sono distanti secoli. Ad Asimov non importava nulla dei personaggi. La sua attenzione era piuttosto rivolta alle influenze generali che plasmano intere società. Come il brillante matematico Hari Seldon che, con la sua rivoluzionaria psico-storia, prevede l'inevitabile fine dell'umanità: un'oscurità di 12 000 anni. Ma invece di affrontare il destino in modo ozioso, crea la Fondazione, un faro di speranza per ridurre l'oscurità a 1 000 anni. Va da sé che l'impero fascista attualmente al potere non voglia sentirne parlare e ce l'abbia con la Fondazione.
E così via, secolo dopo secolo. I racconti di Asimov si svolgono sempre così: la Fondazione è in crisi e sull'orlo della conquista o della distruzione. Ma ogni società è governata da forze politiche e sociologiche universalmente applicabili. Basta riconoscerle. Seldon ne era consapevole. I racconti di Asimov finiscono quindi sempre in modo anticlimatico: raramente ci sono grandi battaglie o discorsi eroici. Invece, le crisi si risolvono semplicemente da sole, mentre il protagonista spiega alla fine di ogni racconto perché le cose sono andate come sono andate. Un po' come Sherlock Holmes. A noi lettori e lettrici si accende la lampadina.
Nella serie, tuttavia, l'azione e lo spettacolo hanno la precedenza. A volte sono completamente contrari alle idee filosofiche di Asimov. Come, per esempio, che il destino dell'universo possa dipendere dalle azioni di una singola eroina. Ed è proprio questo che divide il pubblico. Di per sé, tuttavia, «Foundation» è una potenza soprattutto dal punto di vista visivo, con alcune idee filosofiche interessanti. Tipo che l'impero è stato governato per millenni da un clone dello stesso imperatore, che sostituisce il vecchio clone predecessore deceduto. È proprio questo che porta alla stagnazione che inaugura la caduta dell'umanità.
Inizio: 14 luglio
Dove: Apple TV+
In realtà, dovrebbe essere morto. Lui, Fontaine (John Boyega), uno spacciatore di quartiere. Il suo rivale Isaac gli ha sparato il giorno prima. Ma lui, Fontaine, è sveglio. Nel suo letto. Illeso. Cosa diamine sta succedendo? La ricerca di risposte conduce rapidamente lui e i suoi amici Slick Charles (Jamie Foxx) e Yo-Yo (Teyonah Parris) a un enorme complesso sotterraneo. Lì, il trio scopre che il governo di Nixon gestisce un laboratorio che conduce esperimenti sulla popolazione nera locale. Peggio ancora: lui, Fontaine, è in realtà un clone. Dapprima disperato, poi determinato, Fontaine dichiara guerra ai signori istituzionali bianchi.
Adoro quando il mio primo pensiero dopo aver visto un trailer è «Ma che diavolo...?». Almeno il trailer suggerisce una sorta di thriller fantascientifico con un tocco di cospirazione, girato nello stile sgranato degli anni Settanta. Un mix figo. Lo dobbiamo al regista relativamente sconosciuto Juel Taylor, di cui finora si è sentito parlare solo come sceneggiatore, ad esempio per «Creed 2». Chissà se questo film sarà l'inizio di una carriera stellare?
Inizio: 21 luglio
Dove: Netflix
Naturalmente, la terza stagione di «The Witcher», una delle serie di maggior successo di Netflix, non è stata rilasciata tutta intera il mese scorso. Altrimenti si avrebbe potuto guardare la stagione finale di Henry Cavill d'un pezzo e poi disdire l'abbonamento. Dividendo la stagione, si è costretti ad abbonarsi a Netflix per almeno due mesi se si vuole guardare la serie (legalmente). Geniale. Un'altra decisione «popolare» dopo l'introduzione del Paid Account Sharing e la quasi certa fine dell'abbonamento base a breve (si parla ancora di prove in Canada, ma non bisogna essere dei geni per indovinare cosa ci aspetta).
Inizio: 27 luglio
Dove: Netflix
Quando l'autore e showrunner Neil Gaiman ha annunciato nell'estate del 2021 – due anni dopo la fine della prima stagione – che «Good Omens» avrebbe avuto una seconda stagione, la sua homepage è crollata sotto il peso dei numerosi visitatori. Un sequel!? Nessuno se lo aspettava. Ha scritto l'omonimo libro, da cui è tratta la serie, insieme a Terry Pratchett nel 1989. È stato pubblicato nel 1990. Non c'è mai stato un seguito del romanzo. Perciò nemmeno una seconda stagione. Fino ad ora.
«Era il 1989, nel cuore della notte a una convention a Seattle», ha scritto Gaiman nell'annuncio di due anni fa, «condividevamo una stanza d'albergo per risparmiare. Eravamo sdraiati nei nostri rispettivi letti senza nulla di meglio da fare che pensare a un potenziale sequel di 'Good Omens'. Era un buon sequel. Avevamo tutte le intenzioni di scriverlo non appena avessimo avuto tre o quattro mesi di tempo. Ma io sono andato in America e Terry è rimasto nel Regno Unito. Il mio 'Sandman' è diventato improvvisamente SANDMAN™, e il suo 'Discworld' è diventato DISCWORLD™. Non abbiamo più trovato il tempo di scrivere un sequel».
Tempo. È scivolato dalle loro mani. Così rapidamente, infatti, che Pratchett non ha mai visto l'adattamento in serie del loro libro. Soffriva del morbo di Alzheimer e il 12 maggio 2015, all'età di 66 anni, è deceduto. L'esistenza di una seconda stagione non è quindi scontata. E i fan possono stare tranquilli: Gaiman ha assunto nuovamente il ruolo di co-showrunner per garantire che la serie rimanga fedele alla sua visione, ma soprattutto a quella di Pratchett. E: si basa proprio sul progetto che Gaiman e Pratchett hanno ideato 34 anni fa durante una notte insonne.
Inizio: 28 luglio
Dove: Prime Video
La mia zona di comfort consiste in avventure nella natura e sport che mi spingono al limite. Per compensare mi godo anche momenti tranquilli leggendo un libro su intrighi pericolosi e oscuri assassinii di re. Sono un appassionato di colonne sonore dei film e ciò si sposa perfettamente con la mia passione per il cinema. Una cosa che voglio dire da sempre: «Io sono Groot».