
Retroscena
Desk setup della Community – parte 7: la postazione di lavoro di Andy è particolare
di David Lee
L'attivista contro i cambiamenti climatici Greta Thunberg non solo aiuta un fotografo a diventare famoso in tutto il mondo, ma con due ritratti riporta alla luce una tecnica fotografica quasi dimenticata.
Lei guarda in lontananza, oltre la macchina fotografica. Non sorride, sta lì, un po' contratta. L'immagine sembra risalire agli inizi della fotografia, a metà del XIX secolo. Ma la persona nella foto indossa una felpa con cappuccio e scarpe da ginnastica. Si tratta dell’attivista contro i cambiamenti climatici Greta Thunberg, nata nel 2003. L'immagine del fotografo americano Shane Balkowitsch non è stata scattata con una reflex digitale o una fotocamera di sistema, bensì con un apparecchio fotografico che utilizza il procedimento al Collodio.
Attraverso l'assenza di colori simili all'HDR (la felpa blu con cappuccio o le sneaker blu), Balkowitsch crea immagini dall’effetto leggermente inquietante e anacronistico, che sembrano inseguire lo spettatore. Quando Greta Thunberg viene fotografata con il vecchio procedimento, ha un aspetto completamente diverso. Deciso.
Breve excursus storico. Nel 1851 la rivista «The Chemist» pubblica un articolo sull'invenzione di un certo Frederick Scott Archer. Figlio di un macellaio originario di Hertford, Inghilterra, Archer fu l’inventore del cosiddetto procedimento al Collodio. Tuttavia, a parte questa informazione, poco si sa della sua vita e del suo lavoro.
Il procedimento al Collodio ha reso la fotografia, allora ancora agli esordi, più accessibile al mondo intero, sebbene il metodo stesso fosse e sia tuttora piuttosto delicato.
Il primo passo è tagliare una lastra di vetro. Il fotografo Quinn Jacobson ci spiega come funziona: usa il vetro trasparente per i negativi e il vetro nero per i positivi. Dopo il taglio, il vetro viene molato. Poiché durante il procedimento al collodio si fa uso di cianuro, i fotografi vengono esposti a gravi rischi per la salute. Anche la successiva pulizia del vetro è un’operazione delicata. Se la lastra di vetro non è pulita, l'emulsione dell'immagine potrebbe non aderire e l'immagine potrebbe andare perduta.
Il collodio viene poi applicato al vetro: il liquido giallastro viene versato sul vetro e distribuito uniformemente. Più la distribuzione è uniforme, minori saranno i difetti immortalati nella lastra e migliore sarà l'immagine. Una volta che il collodio si è depositato, viene immersa in nitrato d'argento per tre o quattro minuti. Questo processo deve avvenire al buio, perché non appena la luce colpisce la lastra di vetro al collodio e nitrato d'argento, questa viene impressionata.
È ora della foto. La persona di fronte all’apparecchio fotografico deve rimanere ferma per almeno qualche secondo, senza neppure battere le palpebre. Qui entra in ballo la componente giocosa del fotografo. A seconda dell'aspetto desiderato per l’immagine, la lastra viene esposta più o meno a lungo.
Il lungo tempo di esposizione è responsabile del fatto che le persone nelle vecchie immagini raramente ridono e spesso hanno lo sguardo fisso.
Dopo lo scatto fotografico tutto va molto più spedito. Una lastra può essere sviluppata in 15 secondi, ma è necessario un occhio allenato affinché il fotografo non sviluppi eccessivamente o sottosviluppi la lastra. Segue poi il bagno in cianuro con il quale si arresterà il processo chimico di sviluppo e si fisserà quindi l'immagine. In questa fase, il negativo cambia colore da un blu freddo al caratteristico seppia caldo.
Se un fotografo vuole scattare foto all’esterno con apparecchi fotografici per lastre al collodio, deve avere con sé una camera oscura in modo da poter sviluppare le foto sul posto. Ecco perché molti dei cosiddetti fotografi «wet plate» hanno un furgone il cui retro è stato trasformato in un laboratorio fotografico.
Il cianuro non è l'unico antagonista del fotografo. Il nitrato d'argento macchia la pelle e gli indumenti, motivo per cui i fotografi wet plate lavorano spesso con abiti e guanti macchiati.
A proposito, è noto anche un altro dettaglio su Frederick Scott Archer: morì povero, anche se passò alla storia come pioniere della fotografia moderna. Questo è dovuto al fatto che non ha mai brevettato la sua invenzione, ossia il procedimento al Collodio.
All'inizio del XXI secolo, gli eredi spirituali di Archer hanno fatto rivivere l’antica tecnica. Ricorrendo a vecchie attrezzature e ad un cronometro, fotografi come Quinn Jacobson o Shane Balkowitsch, gli svizzeri Sebastiano Bucca, Sébastien Kohler e molti dei loro colleghi, hanno reso popolari le immagini delle rievocazioni delle guerre civili americane o la fotografia di ritratto.
Shane Balkowitsch indica come e con cosa ha lavorato per creare l'immagine in alto:
L’obiettivo risulta essere particolarmente accattivante. La Tessar 300 mm è stata prodotta tra il 1975 e il 2005, ben 125 anni dopo l'invenzione del procedimento al Collodio e circa 100 anni dopo che questo è stato sostituito dal procedimento alla gelatina secca. Ciò è possibile perché le aziende di oggi si sono focalizzate sulla produzione di apparecchi fotografici per lastre al Collodio.
Shane Balkowitsch fotografa esclusivamente con un pezzo unico che chiama affettuosamente Red Molly. Ma l'attuale Molly rossa è il secondo apparecchio che la Gibellini ha creato per lui. Ed è ovviamente compatibile con le lenti moderne. Gibellini produce diversi modelli in grado di supportare il formato descritto sopra. Il più economico, il Bellatrix 810, costa fino a 999 euro, il modello di punta, il GP810, fino a 6550 euro.
Per quanto antica possa essere la tecnica, altrettanto nuova è la tecnologia con cui la Gibellini produce i propri apparecchi fotografici. L'azienda, attiva dal 2012 e con sede a Polinago, vicino a Bologna, utilizza moderni apparecchi CNC e stampanti 3D durante la produzione.
Shane Balkowitsch descrive il servizio fotografico con Greta Thunberg come un’avventura. Sebbene avesse avuto poco tempo, per nessuna ragione avrebbe voluto perdere questa opportunità.
È molto più facile scattare delle foto in uno studio fotografico, perché la luce può essere tenuta sotto controllo. Balkowitsch ha semplicemente aggirato il problema: ha fatto mettere Greta Thunberg all’ombra. Balkowitsch non ha intenzione di vendere le lastre. I ritratti di Greta Thunberg sono stati un progetto spinto dalla propria passione, quindi senza scopo di lucro. L'immagine in alto che funge da intestazione per l’articolo ha il seguente titolo: Standing For Us All. Tradotto liberamente: lei rappresenta tutti noi.
Greta Thunberg ha raggiunto la fama mondiale nel 2018 con il suo sciopero scolastico in Svezia. Ha scritto «Tutela del clima» sul suo striscione ed è apparsa al mondo intero semplicemente, e inaspettatamente, come una «piccola ragazzina con le trecce». Durante la sua protesta davanti al Parlamento svedese, ha distribuito volantini che spiegavano i motivi del suo operato:
«Lo sto facendo perché a voi adulti non frega niente del mio futuro».
Giornalista. Autore. Hacker. Sono un contastorie e mi piace scovare segreti, tabù, limiti e documentare il mondo, scrivendo nero su bianco. Non perché sappia farlo, ma perché non so fare altro.