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Happybrush alla prova: questo spazzolino elettrico mi soddisfa in modo sostenibile

Martin Jungfer
7.7.2023
Traduzione: Nerea Buttacavoli

Mi piacciono le storie come quelle di Davide e Golia, perciò ho esaminato più da vicino lo spazzolino elettrico Happybrush in un test. Una piccola azienda compete con i grandi leader del settore – e lo fa molto bene.

Quando si parla di spazzolini sonici, due modelli dominano il mercato: Sonicare di Philips e Pulsonic di Oral B. La battaglia tra i giganti offre caratteristiche apparentemente rivoluzionarie anno dopo anno. A volte si tratta di app che valutano il risultato della pulizia, altre volte di modelli in un nuovo colore. Solo in un settore i leader di mercato mancano di innovazione: la sostenibilità.

Uno spazzolino elettrico può essere sostenibile? Sì, almeno così dicono gli inventori di Happybrush. Mi hanno offerto un dispositivo di prova per farmi un'idea della qualità e della promessa di sostenibilità.

L'Eco Vibe 3 ti farà sentire bene già al momento del disimballaggio: al posto della plastica e della pellicola, lo spazzolino è contenuto in una scatola di cartone riciclato su cui sono stampate promesse di sostenibilità di ogni tipo.

Utilizzo e funzioni

Buona vibrazione, batteria durevole

Ho notato una vera differenza nel test per quanto riguarda la durata della batteria: quella dell'Eco Vibe 3 dura molto di più rispetto ai modelli di altri produttori che ho utilizzato finora. Nel mio test, con tre utilizzi al giorno, ho dovuto ricaricare l'Eco Vibe solo dopo circa quattro settimane. Con gli apparecchi Philips dovevo farlo già dopo due.

Le testine: sostenibili e (un po') più economiche

Happybrush segue il motto «meno è meglio»; devi badare solo alla compatibilità con il modello dell'impugnatura. Per l'Eco Vibe 3, ad esempio, sono adatte queste testine:

Finché le testine sono in plastica, c'è un divario di sostenibilità. Happybrush, però, si impegna per compensarlo: il prezzo delle testine e degli altri prodotti comprende una donazione per un progetto di acqua potabile nello stato africano del Mali.

Conclusione

La lavorazione e la maneggevolezza sono convincenti, e soprattutto la lunga durata della batteria è un piacere. Posso lasciare la stazione di ricarica che funziona con l'induzione nel cassetto e tirarla fuori solo per ricaricare occasionalmente. Un oggetto in meno che rimane costantemente a vista in bagno.

Immagine di copertina: Martin Jungfer

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Giornalista dal 1997 con sedi in Franconia, sul lago di Costanza, a Obvaldo e Nidvaldo e a Zurigo. Padre di famiglia dal 2014. Esperto in organizzazione editoriale e motivazione. Focus tematico sulla sostenibilità, strumenti per l'ufficio domestico, cose belle in casa, giocattoli creativi e articoli sportivi. 


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